Archeologi a Sestino per i 20 anni del Polo Museale

Gli archeologi Cecchi e Venturini sono tornati per vedere i risultati del loro lavoro
Era il 2003 quando il patrimonio archeologico di Sestino trovava una moderna riqualificazione espositiva e recuperava pienamente materiali non ancora esposti o in attesa della individuazione del loro significato “storico-funzionale”.
Ci erano voluti anni di preparazione, convegni, pubblicazioni, scavi, corsi di specializzazione che avevano affrontato vari aspetti culturali. Erano state coinvolte varie università, studiosi italiani ed europei.
Dopo l’erezione dell’Antiquarium Nazionale, costruito accanto alla Pieve di San Pancrazio nei primi decenni del Novecento, il comune aveva messo a disposizione altri spazi, nell’edificio già sede delle scuole elementari e la palestra attigua.
Questi nuovi spazi della palestra furono oggetto di un progetto espositivo affidato all’arch. Guido Valentini. Ma quello che costituiva il centro di questo sforzo voluto innanzitutto dalla amministrazione comunale, in sintonia con la Soprintendenza e con il concorso anche della Provincia e della Regione, era finalmente la ricostruzione di quello che era stato individuato come un “tempio funerario” dell’epoca di Augusto.
La ricostruzione del tempio funerario, ampiamente incompleto nei cimeli ritrovati nel 1904, necessitava di particolari attenzioni e competenze, sia nel recupero pratico dei “pezzi” esistenti, sia nel completamento di quanto mancava. Fortunatamente vi era nell’insieme tutto l’impianto figurativo e architettonico: questo non facile percorso ricostruttivo fu affidato agli archeologi F. Cecchi e G.Venturini, della allora Soprintendenza di Firenze.
Il 18 ottobre, Cecchi e Venturini sono tornati Sestino, in accordo con la funzionaria Ada Salvi, non solo per rivedere i “risultati” del loro pluriennale lavoro ma anche per verificate l’efficienza e la conservazione del maestoso complesso architettonico
Ricevuti in comune dal sindaco Franco Dori, con il quale hanno discusso aspetti odierni della archeologia locale, sono stati poi accompagnati nel lungo percorso museale dai giovani volontari che custodiscono il museo e da amministratori che avevano partecipato all’ideazione del Polo.
Venturini e Cecchi si sono soffermati a lungo ad osservare la maestosità di un monumento che non ha l’eguale ma che risulta di una “cultura mediterranea”, confermando le ampie relazioni e l’importanza dell’allora Municipium di Sestino. Hanno ricordato i lunghi lavori, le ricerche dei materiali, gli studi per mettere tutto il tempòietto in piena sicurezza, insieme alla necessità di mantenere la coerenza - nel completare quanto mancava - con gli elementi architettonici originari, suggeriti da un coevo monumento di Leptis Magna studiato da A.Stucchi, responsabile allora dei lavori di ricerca in Libia.
A distanza di 20 anni hanno potuto costatare l’ottima conservazione dell’“edificio augusteo”, ribadendone la sua importanza storico-architettonica, che va oltre il patrimonio archeologico di Sestino.
(Giancarlo Renzi)
Nella foto una fase del cantiere dei lavori
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