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Far West a scuola nel Milanese, a 16 anni accoltella la professoressa

Dapprima aveva minacciato di spararle con una pistola a pallini

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Il grosso pugnale lo ha tenuto nascosto nello zaino. Non lo ha utilizzato al suono della prima campanella, ma pochi istanti dopo l’interrogazione di Italiano, in cui ha preso 5. Con la lunga lama ha aggredito la sua professoressa: l’ha colpita all’avambraccio e forse anche alla testa. Poi con una pistola, probabilmente ad aria compressa, ha minacciato e fatto uscire di classe tutti i compagni. È successo intorno alle 8,30 di ieri (lunedì 29 maggio) nell’aula della 2 A-L dell’istituto secondario superiore «Emilio Alessandrini» di Abbiategrasso, in provincia di Milano. Quando i carabinieri del nucleo radiomobile, a cui era stato segnalato un ragazzo armato di coltello e pistola, sono entrati in classe, il 16enne era seduto con le mani dietro alla nuca. Il pugnale e l’arma erano appoggiati sul banco.  Con i militari è stato collaborativo e non ha opposto resistenza. Sotto choc e con delle ferite alle braccia, è stato soccorso da un’ambulanza e trasportato all'ospedale San Paolo di Milano. La docente che si era rifugiata in un bagno è andata invece in codice giallo al pronto soccorso di Legnano. «Non ci sono evidenze particolari, non avevamo segnali. Avevo convocato per domani i genitori per motivi didattici», ha detto il preside della scuola Michele Raffaeli.

Il ministro: “Serve lo psicologo nelle classi”
Il caso ha interessato anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. «Voglio esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e dell'intero governo alla professoressa aggredita, che ha fatto in modo esemplare il suo dovere nei confronti di un ragazzo che aveva già dimostrato qualche problematicità in passato – dice -. Voglio che si colga l'occasione per riflettere sull'introduzione dello psicologo a scuola: è un momento particolarmente difficile, il disagio dei ragazzi, anche a seguito del Covid, è molto aumentato». Il ministro si è recato all'ospedale di Legnano dove la docente è ricoverata, non in pericolo di vita. «Non riesco a immaginare - prosegue - come un insegnante possa essere aggredito in una classe: questo testimonia un problema sociale rilevante ed è in parte anche conseguenza di quello che è successo negli anni passati con il Covid, in quanto, la didattica a distanza ha rotto le relazioni umane. La scuola è invece una grande comunità educante e il rapporto di personalizzazione è decisivo».
Valditara si è spesso soffermato sul tema delle aggressioni a scuola da parte degli studenti. E la sua linea è sempre stata molto dura: «Ricevo settimanalmente dei report abbastanza inquietanti su questo fenomeno di docenti che vengono aggrediti. Abbiamo già interessato l'avvocatura dello Stato in diversi casi per mettere a disposizione la difesa legale», aggiunge il ministro. Sicuramente «valutiamo anche l'episodio di oggi», ma più in generale «negli episodi gravi, lo Stato dovrà chiedere direttamente anche il risarcimento del danno di immagine affiancandosi all'azione del docente quindi costituendosi come parte civile nel processo». Il ragazzo, dopo essere stato portato al San Carlo per accertamenti, è stato poi ricoverato nel reparto di neuropsichiatria dell'ospedale San Paolo di Milano, dove nel 2018 è stato aperto un reparto di neuropsichiatria dell'età adolescenziale.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
30/05/2023 05:54:20


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