Antonio Di Stazio, l'uomo del furto da 4 milioni di euro ad Arezzo, che non è mai andato in carcere

Per lui lavori utili al posto della cella
Si torna a parlare di Antonio Di Stazio, che l'11 luglio 2016, fu protagonista del maxi furto di oro (4.276.000 euro) che ad Arezzo trasportava come guardia giurata. Il giudice Giorgio Margheri ha acconsentito ieri alla pena sostitutiva al carcere per l'uomo dei misteri (refurtiva mai trovata) che dopo aver scontato la pena per il colpo (3 anni e 6 mesi) è incappato in una seconda sentenza. Quella per il reato di omessa dichiarazione al fisco del reddito proveniente da quella illecita attività. Per questo secondo reato Di Stazio dunque non sconterà in cella, come avvenuto per il furto, ma lavorando presso la protezione civile per un anno e 10 mesi. Grazie alla riforma Cartabia, infatti, l'avvocato Cristiano Cazzavacca ha chiesto e ottenuto i lavori di pubblica utilità. In base ai parametri di legge, l'ex vigilante della Securpol - 67 anni a settembre - dovrà effettuare un monte ore per il Comune di Castel Volturno (Caserta) dove abita. Si tratta di attività di utilità collettiva. Un percorso al termine del quale sarà rimessa al giudice dall'Ufficio esecuzione pena (Uepe) la relazione sull'effettivo svolgimento. A quel punto Di Stazio avrà messo in pari i suoi conti con la giustizia. Si fa per dire, dato che in calce ai procedimenti penali ci sono scritte cifre come i 1.900.000 euro da confiscargli per l'evasione fiscale e quella che avrebbe dovuto versare come risarcimento per il furto del secolo. ...

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