Open Arms, Salvini a processo a Palermo: è accusato del sequestro di 147 migranti
Tra i testimoni Conte, Lamorgese e Richard Gere
In un’aula del carcere Pagliarelli di Palermo si è conclusa la prima udienza del processo Open Arms. Dopo un dibattito interlocutorio, in attesa che le parti prendano visione dei documenti da inserire nel fascicolo processuale, il processo a Matteo Salvini riprenderà il 17 dicembre prossimo. L’ex ministro dell'Interno è accusato di sequestro di persona per aver ritardato l'attracco in un porto della nave della Ong spagnola carica di migranti salvati nel Mediterraneo. Salvini, arrivato a Palermo già ieri, è presente in aula, seduto accanto alla sua avvocata, Giulia Bongiorno. L'accusa è sostenuta dal procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, mentre la Seconda sezione del Tribunale di Palermo è presieduta da Roberto Murgia.
Oggetto del dibattimento, l'acquisizione preliminare di documenti e la lista dei testi da interrogare. Ministri ed ex ministri, l'ex premier Conte e anche l'attore Richard Gere sfileranno sul banco dei testi al processo all'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, imputato di sequestro di persona e omissione di atti d'ufficio per aver vietato lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave spagnola Open Arms. «Ditemi voi quanto è un serio un processo dove verrà da Hollywood a testimoniare sulla mia cattiveria Richard Gere. Spero che duri il meno possibile perché ci sono cose più importanti di cui occuparsi» ha detto Salvini che poi ha aggiunto: «Mi spiace solo per due cose: per il tempo che tolgo ai miei figli e per i soldi che gli italiani spendono per questo processo politico organizzato dalla sinistra in un anno in cui gli sbarchi raddoppiano nonostante il covid. Difendere i confini, la sicurezza l'onore di un Paese e' un dovere, andare a processo perché ho fatto il mio dovere è surreale».
La difesa aveva espresso le sue perplessità sulla presenza dell’attore americano e anche l'accusa ha ammesso che non si tratta di una testimonianza decisiva, parlando di «spettacolarizzazione e risonanza che non interessano la Procura». Nonostante questo quindi Gere sarà chiamato in tribunale a Palermo. Proprio ieri, Salvini se ne era detto divertito: «Che farei se mi trovassi di fronte Gere? Gli chiederei un autografo per la mia mamma».
Pare già evidente che la strategia difensiva di Bongiorno sia quella di politicizzare il processo. Ha infatti chiesto che fra i documenti all'attenzione della corte sia inserito il «contratto» a suo tempo firmato da Lega e Movimento 5Stelle nel dare vita al Conte I, e che dimostrerebbe che la linea dura sull’immigrazione era nel programma di governo. Idem per gli articoli di giornale che, secondo Bongiorno, dimostrerebbero che la attese dei migranti sulle navi al largo dei porti italiani sono continuate anche con il Conte II, quando al Viminale non c’era più Salvini ma l’attuale ministra, Luciana Lamorgese.
Salvini non ha parlato con i giornalisti, molti dei quali spagnoli, che lo aspettavano fuori dal carcere. Ma, fa sapere il suo portavoce, ha approfittato di una pausa del dibattimento per telefonare a Silvio Berlusconi e decidere di vedersi in settimana insieme con i ministri di Lega e Forza Italia. Anche per questo Salvini ha detto: «Chiederemo al governo che gli 8 miliardi di taglio di tasse diventino anche di più, a partire dai più colpiti dal Covid. Chiederemo di innalzare il tetto della flat tax fino a un fatturato di 100 mila euro e che l'ecobonus del 110% sia esteso anche ai paesi e i piccoli comuni e alle unità singole». E infine: «Un errore rifinanziare il reddito di cittadinanza e tagliare le pensioni».
Fuori ha invece parlato Oscar Camps, fondatore di Open Arms: «Perché sono qui oggi? Perché vogliamo ottenere giustizia. Noi non facciamo politica, salviamo le persone. La politica non c'entra nel dove di tutti, e anche dello Stato, di salvare delle vite in pericolo». Sempre all’esterno della struttura, da segnalare un flash mob contro Salvini da parte di alcuni ragazzi del movimento culturale Our Voice: «Signor Salvini, è così che lei salva vite innocenti?», c'è scritto su un cartello.
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