Un bellissimo scarabeo minaccia le colture italiane
Si chiama Popillia japonica e, originario del Giappone, ha già colonizzato molte regioni italiane
"La Popillia japonica è una specie altamente invasiva, potendo i suoi adulti percorrere fino a dieci chilometri al giorno e molto dannosa poiché gli attacchi avvengono sia sulla parte aerea delle piante (da parte degli adulti) che sull'apparato radicale (da parte delle larve). La specie è inoltre altamente polifaga e adattabile, il che la rende una vera e propria minaccia per gran parte della penisola italiana". A spiegarlo è Emilio Guerrieri, dirigente di ricerca presso l'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ipsp), commentando la presenza di questi scarabei nel nord Italia.
"Le prime segnalazioni – evidenzia l'esperto - risalgono al 2014, e riguardavano il bacino a cavallo tra la Lombardia e il Piemonte. Si tratta di una specie ben conosciuta, originaria del Giappone. Il danno a livello di territorio è davvero profondo e multilivello".
Il dirigente di ricerca aggiunge poi che negli ultimi anni sono state messe in atto diverse iniziative territoriali e regionali per contrastare l'invasione. "Sono stati avviati piani di quarantena - spiega Guerrieri - con un monitoraggio capillare delle zone focolaio associato a catture massali per il loro contenimento. Le misure di contrasto però non possono essere adottate dai singoli agricoltori o dalle aziende, proprio a causa delle difficoltà di contenimento di questi insetti, per cui è necessario agire su scala territoriale e regionale".
Sono state sperimentate diverse strategie a basso impatto ambientale, con agenti di natura biologica, ma la presenza di questi animali in contesti urbani, spiega il ricercatore, potrebbe porre nuovi problemi. "Per avere un dato numerico - commenta ancora lo scienziato - nel 2019 il piano di monitoraggio della regione Piemonte ha portato alla cattura di 21 milioni di esemplari. Le trappole avevano un doppio innesco, feromonale per i maschi e con attrattivi floreali per le femmine, ma non sempre gli insetti attirati vengono uccisi, per cui è fondamentale che queste iniziative siano gestite da consorzi e non da privati, che rischiano di attrarre la Popillia senza ucciderla, allargando il suo areale di distribuzione e mettendo a repentaglio l'integrità e la sicurezza delle proprie coltivazioni".
"Credo sia solo questione di tempo perché questa specie diventi una minaccia per l'intero territorio italiano - osserva Guerrieri - oltre alle eccezionali abilità di volo, questi insetti sono anche estremamente polifagi, e la grande varietà agricola del nostro paese fa sì che questi animali trovino diverse essenze da attaccare lungo tutto lo stivale".
"Tra i mezzi biologici di controllo - conclude - si sono dimostrati efficaci i nematodi entomopatogeni (per le larve) e i batteri entomopatogeni (per gli adulti), ma la loro efficacia dipende dalle condizioni atmosferiche e del terreno. L'invasione ha raggiunto un livello impressionante tale da impedirne l'eradicazione".
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