Salute & Benessere Alimentazione
Scienza dell'alimentazione: un piatto di pasta è “irrinunciabile” anche per chi è a dieta
La dieta mediterranea è la dieta adatta per la popolazione generale e per lo sportivo
La dieta mediterranea, con la sua componente di carboidrati, è la regina dell'alimentazione per quanto riguarda gli atleti ma anche per la popolazione generale. Non solo: un piatto di pasta è irrinunciabile anche per coloro che vogliono perdere peso e a sostenerlo è Michelangelo Giampietro, specialista in scienza dell'alimentazione e medico dello sport. "La dieta mediterranea è la dieta adatta per la popolazione generale e per lo sportivo - ha sottolineato Giampietro durante il digital talk 'Le Olimpiadi dei carboidrati' promosso da Barilla - e visto che viviamo in un periodo di pandemia è la dieta migliore anche in tempi di Covid perché fornisce salute e benessere e le prove scientifiche di questo sono enormi".
La pasta dei campioni
I carboidrati sono la benzina per chi fa sport, sono digeribili e facilitano il recupero dopo lo sforzo fisico, eppure un tempo la dieta della sportivo era quella del marine, che metteva al centro la carne. La rivoluzione, tutta italiana, della dieta mediterranea con il carboidrato è arrivata con Pietro Mennea e Klaus Dibiasi. Oggi la pasta non manca sulle tavole degli atleti come Michael Phelps, recordman di medaglie olimpiche, che mangiava 1 kg di pasta al giorno quando si allenava, mentre Roger Federer mangia sempre un piatto di spaghetti prima del match.
No alle diete di moda
Certo le dosi sono diverse da quelle consigliate per la popolazione generale. "Gli atleti devono avere energia e deve essere di facile acquisizione e facile da spendere,- ha proseguito Giampietro -, i carboidrati sono nutrienti idonei prima, durante e dopo l'allenamento e la competizione, le proteine sono utili prevalentemente nel post lavoro, le lunghe distanze richiedono molti carboidrati di depositi di glicogeno nei giorni precedenti". Sì alla dieta mediterranea ma no alle diete che rappresentano "più una moda", come quella chetogenica, quella del digiuno intermittente, o priva di glutine. "Sono perlopiù delle mode - ha concluso Giampietro - che mal si giustificano e ancora meno per l'atleta e lo sportivo a meno che non ci siano malattie particolari o motivi religiosi. Diete vegane, vegetariana, senza glutine, dove non si è celiaci, possono anche essere dannose e non aiutano nella pratica sportiva. Non danno nessun beneficio".
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