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Al Covid si può guardare in bocca: la soluzione è l'odontoiatria sociale e in sicurezza

La garanzia di attività per tutti, in particolare per i più fragili sia per reddito che per salute

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“Noi continuiamo a lavorare – afferma Alessandra Romagnoli, Responsabile della Rete Odontoiatrica della Asl Tse. La pandemia ha solo modificato tempi e protocolli di lavoro. Adesso abbiamo un appuntamento ogni ora mentre prima erano 2. Gli operatori hanno tutti i dispositivi di protezione necessari e i pazienti seguono percorsi regolati. Non c’è soltanto il check point all’ingresso delle strutture ma, in caso di interventi invasivi che comportano emissione di goccioline di saliva, il paziente si deve presentare con l’esito negativo del tampone. Per gli interventi in sala operatoria, il tampone è previsto anche per il caregiver che accompagna il paziente. Tra una prestazione e l’altra, infine, la sanificazione degli ambienti e delle attrezzature”.
Le prestazioni che hanno il maggior numero di erogazioni rimangano estrazioni, otturazioni, protesi, ablazioni tartaro. “Con il progetto odontoiatria sociale vengono assicurate prestazioni a tutti i cosiddetti "soggetti fragili", ovvero persone in condizioni di vulnerabilità sociale, sanitaria o a rischio per particolari patologie. Per questi pazienti sono stati sviluppati percorsi articolati che, in regime di esenzione totale, assicurano le cure di varia complessità”. Alessandra Romagnoli ricorda i 7 percorsi che garantiscono questo diritto alla salute.
Il primo è l’odontoiatria di base, rivolto ai cittadini che non hanno particolari patologie o che non sono in condizioni sociali di disagio. Le prestazioni sono a loro carico in rapporto al reddito. Il secondo è  per pazienti con vulnerabilità sociale, che non hanno quindi particolari patologie ma un ISEE fino a 8mila euro. Il terzo è per pazienti con vulnerabilità sanitaria, cioè persone con esenzione totale o in condizione di vulnerabilità sanitaria, come attestato dal verbale di accertamento handicap, o attestato di esenzione, o attestazione di specialista struttura pubblica nel caso di trattamenti radioterapici. Quarto percorso: pazienti con particolari patologie che non rientrano nella categoria "pazienti con vulnerabilità sanitaria", che devono effettuare prestazioni odontoiatriche invasive in struttura protetta. Alcuni esempi: pazienti trapiantati, scoagulati, oncologici, in trattamento con bifosfonati, …. Il quinto percorso è riservato agli ospiti delle Rsa. Il sesto è quello di odontoiatria speciale in narcosi / in sedazione. Quindi la chirurgia orale rivolta a minori e adulti non collaboranti. Infine, e siamo al settimo percorso, l’urgenza odontoiatrica riservata a pazienti con mal di denti resistente ai normali farmaci antidolorifici, con frattura o lussazione di un dente, con ascesso odontogeno. Il percorso in urgenza prevedeva l’accesso al pronto soccorso ma con il Covid si evita di esporre i cittadini ad un ulteriore passaggio e quindi possono accedere attraverso i posti riservati alle urgenze.
“Lo sforzo che stiamo facendo è quello di garantire tutti quelli che hanno bisogno di queste prestazioni. La crisi economica e il Covid – conclude Romagnoli - le rendono ancora più necessarie, viste la diminuzione della capacità di spesa di molte famiglie”.

Redazione
© Riproduzione riservata
03/05/2021 15:44:19


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