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No Tav ferita gravemente da un lacrimogeno, è ricoverata in ospedale

La donna, di 36 anni, ha subito la frattura orbitale dell’occhio destro

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Giovanna Saraceno, un’attivista No Tav di 36 anni, è ricoverata da ieri sera in ospedale dopo essere rimasta ferita durante le proteste contro il cantiere del nuovo autoporto di San Didero. Saraceno è stata prima portata all’ospedale di Rivoli e da qui, in mattinata, è stata spostata all’ospedale delle Molinette. Il referto medico parla di trauma da corpo contundente che le ha provocato una frattura orbitale dell’occhio destro e un’emorragia cerebrale con prognosi di 25 giorni. Secondo quanto riferisce il movimento, che in mattinata ha organizzato una conferenza stampa, il ferimento sarebbe avvenuto ieri sera al termine del corteo di No Tav (duemila persone secondo la questura, quattromila secondo gli organizzatori) quando un gruppo di attivisti si è sganciato e, arrivato alla reti di recinzione del nuovo cantiere presidiato dalla polizia, ha lanciato fuochi d’artificio «per salutare i presidianti sul tetto», un gruppo di attivisti che si è arroccato sulla baracca antistante il piazzale del cantiere fin dallo sgombero dell’area avvenuto per opera delle forze dell’ordine nei giorni scorsi. A questa azione la polizia ha risposto con idranti e lacrimogeni, uno dei quali avrebbe appunto colpito in volto la militante. Ricoverata sveglia e cosciente nel reparto di Chirurgia d'urgenza, l’attivista verrà operata da chirurghi maxillo facciali e neurochirurghi delle Molinette nei prossimi giorni. Per ora resta in osservazione. Se l'evoluzione sarà favorevole saranno confermati 25 giorni di prognosi Giovanna Saraceno è originaria di Pisa ma è volto noto in valle avendo fatto parte del movimento fin dai suoi esordi, nel 2005, e avendo anche vissuto in Valle di Susa per qualche tempo.

La denuncia dei No Tav
Nel corso della conferenza stampa avvenuta in mattinata davanti al centro polivalente di San Didero, il movimento ha parlato di «reazione spropositata» da parte della polizia denunciando il lancio di lacrimogeni ad altezza d’uomo. Non è la prima volta che il movimento contesta questa il non regolamentare suo dei lacrimogeni da parte della polizia e già in passato altri attivisti erano rimasti feriti da candelotti piovuti nel corso delle azioni in valle. Molto dure le parole di Guido Fissore, storico volto No Tav: «Questo non è un incidente ma un attentato vero e proprio. Si è sfiorata una tragedia annunciata perché purtroppo queste modalità le abbiamo già incontrate negli anni passate. lo diciamo da anni: è inaccettabile che le forze di polizia, in uno Stato democratico, violino ogni convenzione dei diritti umani partendo dalla privazione del diritto di manifestazione per arrivare allo sparare ad altezza d’uomo lacrimogeni al cs che, ricordiamo, sono vietati dalla Convenzione di Ginevra». 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
18/04/2021 21:32:19


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