L’ira del Pd contro Renzi: non parli per noi
Zingaretti: niente crisi al buio, ma Conte si muova
«Sì ad un rilancio, no a destabilizzare». E ancora. «No a crisi dagli sviluppi imprevedibili». Nicola Zingaretti avverte i due contendenti: Conte si muova finalmente e Renzi non ponga diktat. C’è stata molta irritazione nei vari interventi alla segreteria del Pd sull’atteggiamento di entrambi: non solo sul premier, che deve prendere in mano la situazione e chiudere rapidamente questa verifica di governo, che il Pd chiede da prima dell’estate. Ma anche su Renzi. Il quale inopinatamente continua a citare nelle sue uscite la posizione del Pd, come a farsene interprete, cosa che fa imbestialire i suoi ex compagni. Al punto che qualcuno lancia il sospetto che Renzi spinga Zingaretti a fare il vicepremier con l’obiettivo nascosto di farsi di nuovo sotto per riconquistare il partito. Insomma, una ridda di veleni, testimoniati dai report che vari esponenti hanno fatto nella videoconferenza con il segretario: riferendo di aver ricevuto chiamate da diversi parlamentari di Italia Viva che sperano di poter rientrare nel Pd.
Conte si muova
Insomma, per Zingaretti, il premier deve muoversi ma non al punto da distruggere il suo governo, che andrebbe messo al riparo, tanto che i Dem non chiedono alcun rimpasto, né una crisi al buio. Ma sapendo che potrebbe finire con un Conte ter e una nuova squadra, la notizia è che dal Pd non arrivano più minacce tonitruanti sul voto anticipato in caso di caduta di Conte. Da giorni non ci sono più interviste in tal senso e anzi, quella di Luigi Zanda che avvisa Conte di prendere in considerazione gli argomenti di Renzi sul recovery fund, la dice lunga. Ecco perché Nicola Zingaretti riunita la segreteria del partito, mette agli atti una lunga nota con due precisi paletti: avanti con Conte, il premier può restare lui anche superata la crisi aperta da Renzi. Ma niente crisi al buio.
«Sono mesi che il Pd chiede apertamente e lavora per un rilancio dell'azione di Governo, in sintonia con tutti gli alleati», ricorda il segretario Dem per non lasciare al suo predecessore il merito di aver posto per primo il problema. «L'obiettivo era ed e' quello di un rafforzamento della maggioranza attorno al Presidente Conte e, come avevamo deciso insieme, il varo di un “patto di legislatura” per dare alla maggioranza una visione definita ed unitaria del cambiamento necessario all’Italia». Zingaretti si rifà all’accordo dell’8 novembre nel primo e ultimo vertice tra i leader. «La parola d'ordine - dice Zingaretti - è costruire, contribuire ad aprire una fase nuova insieme. Rimaniamo contrari a posizioni politiche che risultano incomprensibili ai cittadini e rischiano di aggravare il distacco tra societa' e istituzioni e che nel nome del rilancio rischiano di destabilizzare la maggioranza di governo. Nel periodo della pandemia e della campagna vaccinale, nel pieno della discussione del progetto di Recovery, devono prevalere l'innovazione ma insieme ad uno spirito unitario. Siamo convinti che affrontare con efficienza la pandemia, aprire una stagione di rinascita e investimenti per il lavoro e l'economia sia doveroso e possibile con un impegno collegiale e senza rotture all'interno della maggioranza, che inevitabilmente ritarderebbero l'attuazione di politiche utili al Paese. Contribuiremo a questo sforzo e sosteniamo in tutte le sedi queste posizioni, convinti che al Paese vada evitata una crisi dagli sviluppi davvero imprevedibili».
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