Addio 2020

Fra qualche ora, l’annus horribilis 2020 se ne andrà e sinceramente in questi ultimi giorni tutti abbiamo iniziato il conto alla rovescia perché di questo “doppio 20” non vogliamo (o non vorremmo) sentir parlare mai più. Non solo: sta girando sulle applicazioni WhatsApp di tanti italiani quel video cantato che ha per ritornello “Vaffan… 2020!”. È stato l’anno della pandemia, nel quale le parole più scritte in assoluto sono state coronavirus, poi Covid-19 e poi lockdown, mascherine, distanziamenti, tamponi e in ultimo vaccino. Le prime dosi somministrate il 27 dicembre – ce lo auguriamo tutti – potrebbero essere il segnale di speranza, l’unico spiraglio di luce in fondo al tunnel che il 2020 ci può lasciare. Questo anno vogliamo insomma dimenticarlo: c’è il desiderio di voltare pagina, anche se sappiamo benissimo che il 2021 si porterà appresso molti inevitabili strascichi del 2020: anzi, i primi sei mesi sono temutissimi e dovremo tener duro il più possibile, perché la paura è che dopo l’auspicato allentamento del virus cominci un altro tipo di contagio per l’economia, che specie in determinati settori sta uscendo con le ossa rotte. Inutile dire: quel settore ha lavorato, quello un po’ meno e quello per niente; ogni attività ha il suo indotto e anche chi meglio ha fronteggiato le ondate del Covid-19 ha comunque subito qualche ripercussione. La preoccupazione c’è ed è fondata, con una prima scadenza chiamata 31 marzo, giorno in cui verrà abbattuto il vincolo del non licenziamento. Non vorremmo allora che ai bollettini sanitari giornalieri si sostituissero quelli economici. Dopo aver vuotato il sacco delle apprensioni, però ecco i motivi di speranza legati al 2021, perché se stasera brinderemo al chiuso delle nostre abitazioni lo faremo con un desiderio ancora maggiore. Dal punto di vista sanitario, più saremo diligenti nel comportamento e prima la lunga e dolorosa parentesi avrà fine. In fondo, portare mascherine, stare distanziati e igienizzarsi le mani non sono un sacrificio sovrumano. Pensiamo al vicino popolo della Croazia, paese dilaniato dal forte terremoto di fine anno; il Covid-19 – scusate il paradosso – rischia persino di diventare un lusso per chi in pochi minuti si è ritrovato senza casa e senza i parenti più cari. Il vaccino potrà contribuire assieme a noi ad accelerare i tempi: l’importante, poi, è non dare troppo peso a chi dice che il virus ce lo porteremo fino a settembre, chi indica tutto il 2021 e chi, in ultimo, ha spostato la durata fino al primo semestre 2022. Già, il 2022: l’anno che anche dal punto di vista economico dovrebbe segnare il ritorno alla normalità dopo un 2021 di riposizionamento. Per tutti. Anche per noi di Saturno Notizie, che continueremo a fare né più e né meno quello che è il nostro compito di servizio alla collettività: informare con imparzialità e tempestività, sperando di scrivere meno di Covid-19 e più magari di sport, perché vuol dire che siamo tornati a quella normalità che tanto valore ha assunto da marzo a oggi. Da parte nostra la soddisfazione che anche nel 2020 la nostra testata giornalistica ha continuato a salire nei consensi con un aumento importante di visualizzazioni, segnale che la gente ci valuta un punto di riferimento attendibile e serio dell’informazione del centro Italia…si lavora anche per ricevere queste gratificazioni. Ci consideriamo “gente del fare”, dove alle polemiche e comportamenti scorretti abbiamo sempre risposto con il lavoro e questo la gente lo ha capito in maniera molto chiara. Ripartiremo come si deve? I tempi saranno cambiati rispetto a pochi decenni fa – non lo neghiamo - ma la storia ci insegna che comunque dietro a eventi sconvolgenti il nostro Paese ha saputo sempre reagire con il giusto colpo di reni. Lo ha fatto dopo la “spagnola” del 1918, dopo le due guerre e, di recente, dopo l’11 settembre e dopo la grande crisi finanziaria. Perché allora non farlo anche dopo il Covid-19? Buon 2021 a tutti e… - come diceva il grande Tonino Guerra – l’ottimismo è il profumo della vita!

La nostra redazione augura a tutti voi un magnifico 2021 e che questa pandemia sia un’occasione per riflettere e progettare un nuovo futuro.