Rubrica Repubblica di San Marino
Nel 1971 fu tolta l'ombra sulla sovranità presente nei rapporti italo-sammarinesi
Bigi: "Un momento fausto nella vita millenaria del mio piccolo Paese"
Il 24 aprile 1996 si è spento in Ospedale il Prof. Avv. Federico Bigi, Segretario di Stato per gli Affari Esteri e Politici da fine 1957 a inizio 1972.
Due giorni dopo, durante la cerimonia funebre in Basilica, e poi sull’Annuario della Scuola Secondaria di quello stesso anno, ebbi modo di ricordarne il merito di aver portato definitivamente la Repubblica al “riconoscimento a livello mondiale della sua indipendenza” fino a farne uno Stato di pieno diritto sullo “scenario internazionale”. La Repubblica ha potuto così avviare lo scambio di ambasciatori con l’Italia e, a seguire, con altri Stati. Ed entrare poi in organismi internazionali quali OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), Consiglio d’Europa, ONU.
Chiave di volta del processo di internazionalizzazione è stata la eliminazione - avvenuta nel 1971 - dell’espressione amicizia protettrice dalla Convenzione italo-sammarinese del 1939. È il più importante risultato di politica estera conseguito dopo la prima Convenzione italo-sammarinese del 1862 ed è fra i più rilevanti di tutta la lunghissima storia del Paese. Di certo, li compendia e li corona tutti.
L’espressione è comparsa la prima volta nel 1549 in un documento del Ducato d’Urbino su richiesta dei sammarinesi che, trovatisi a dover fronteggiare ripetuti, improvvisi e durissimi attacchi dalla Romagna già sotto il dominio diretto dei Papi, avevano bisogno di far sapere che non erano soli. È passata poi ai Papi stessi - ancora su richiesta dei sammarinesi - agli inizi del Seicento, caricandosi di una valenza spiccatamente paternalistica. È diventata, nel 1862, una prerogativa - accettata obtorto collo dai sammarinesi - dei Savoia, i Re d’Italia, i quali tenderanno a darle una valenza politica via via più accentuata fino al protettorato.
Bigi è arrivato alla eliminazione della amicizia protettrice con un progetto concepito e portato avanti con la tenacia, la determinazione e la cultura politica, proprie della intellighenzia che ha reso grande questo piccolo Paese. Ne ha fatto partecipe ad ogni passo sia il Congresso di Stato sia il Consiglio Grande e Generale (CGG) con relazioni così dettagliate, complete, puntuali e frequenti da essere perfino tacciato di presenzialismo.
La qualità della politica in genere negli Stati incide sul tenore di vita dei cittadini, sullo sviluppo economico più o meno rapido, sul peso nei rapporti internazionali. Nel nostro caso è questione di sopravvivenza. La nostra comunità, pur enclave senza sbocco al mare, cioè nella condizione politicamente la più sfavorevole, è diventata uno Stato sovrano grazie a uomini come Bigi che l’hanno spuntata ogni volta e contro tutti con la sola arma di cui disponevano, la intelligenza politica. Il fatto non ha eguali nel mondo. Lo si spiega con la testarda convinzione dei sammarinesi di aver diritto di essere liberi perché il loro Santo li ha lasciati liberi, come, chiamati in giudizio, attestarono sotto giuramento a Valle Sant’Anastasio il 9 luglio 1296.
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