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La Boeing sapeva i difetti del 737 Max, ma li ha nascosti per avere la certificazione

Nello schianto dell’Ethiopian Airlines persero la vita anche i coniugi Spini di Sansepolcro

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La Boeing ha nascosto i difetti del 737 Max alle autorità e ai piloti mentre cercava la certificazione del suo nuovo velivolo. E' questa la conclusione del rapporto della commissione trasporti della camera Usa. I due incidenti del 737 Max a distanza di pochi mesi sono il risultato di una “serie di assunzioni tecniche sbagliate da parte degli ingegneri di Boeing, di una mancanza di trasparenza del management e di una insufficiente supervisione della Federal Aviation Commission”. Si tratta di morti evitabili: in totale sono state 346 le persone, tra civili e personale di volo, a perdere la vita prima in Indonesia e poi in Etiopia. Nel volo dell’Ethiopian Airlines diretto a Nairobi, che il 10 marzo 2019 si è schiantato al suolo, viaggiavano anche i coniugi Spini di Sansepolcro, Carlo e Gabriella, diretti in Sudan per inaugurare il nuovo ospedale realizzato con l’associazione Africa Tremila. “Non è una sorpresa, sapevamo già da mesi di questa situazione poiché l’indagine è sempre andata avanti – spiega Andrea, uno dei figli dei coniugi Spini che hanno perso la vita nello schianto del Boeing dell’Ethiopian Airlines – siamo sempre stati costantemente informati, mancava solamente l’ufficialità dell’organo governativo americano che è arrivata in questi giorni”. E poi continua. “Tutto chiaramente è legato alla causa che abbiamo mosso verso la Boeing che sapeva dei difetti di questo tipo di aereo – precisa Spini - da oggi, senza ombra di smentita, possiamo dire che i 346 passeggeri sono stati definitivamente uccisi. Da questo momento in avanti la causa prenderà tutto un altro avvio, poi non nascondo che pure negli Stati Uniti l’emergenza Covid ha congelato un po’ la situazione con i tempi che si sono allunganti. Vedremo cosa succederà”. Ma Andrea Spini ricorda anche i contatti con l’associazione Africa Tremila, di cui il padre Carlo era presidente e la madre Gabriella Viciani un membro del consiglio. “Il cordone non si è mai interrotto e la loro attività sta andando avanti: l’ospedale di Juba, nel Sudan del Sud, sta procedendo molto bene e a pieno regime; sono molto contenti. L’attività dell’associazione, in questo periodo di emergenza Covid, si è concentrata molto su Bergamo dove c’è la sede raccogliendo fondi per l’acquisto di respiratori. I progetti ora riprendono, ci sono varie cose in ballo pure per ricordare i nostri genitori e gli altri componenti”. Un dossier di quasi 250 pagine che mette in evidenza una serie di lacune nel design dell'aereo, abbinate con la "Regulatory capture (cattura della regolamentazione)”.

Redazione
© Riproduzione riservata
17/09/2020 11:35:12


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