Vito Crimi commissariato dal gruppo 5S al Senato
Votata una modifica al regolamento che rende vincolante la linea politica decisa in assemblea
Il “reggente” del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, è stato commissariato dai suoi parlamentari. Il gruppo M5S del Senato ha approvato lo scorso giovedì una modifica al regolamento interno con cui, di fatto, si rende vincolante la linea politica decisa in assemblea, imponendo al capogruppo di «concertare» la posizione con il capo politico. Nella stessa direzione, si sono mossi anche i deputati, stringendo così da entrambi i rami del Parlamento la tenaglia sulle libertà d’azione del reggente. L’iniziativa nasce dai senatori Emanuele Dessì, Mattia Crucioli e Primo Di Nicola, ai tempi della leadership di Luigi Di Maio, ma la scure che doveva abbattersi sul ministro degli Esteri ha finito per colpire Crimi, sempre più solo e considerato troppo silenzioso rispetto agli altri leader. Dopo queste modifiche, il capo politico «potrà ancora decidere diversamente rispetto all’indicazione che si darà in assemblea», sottolinea Dessì, «ma lo farebbe con la consapevolezza di non avere la maggioranza del gruppo dalla sua parte. Difficilmente, quindi, potrebbe muoversi in solitaria, a meno che non voglia aprire una frattura. D’altronde, il capo politico deve guidare un partito, non se stesso». Il rimando è al verticismo denunciato ai tempi di Di Maio. Nei confronti di Crimi, invece, la necessità è quella opposta, perché le decisioni e le presenze sui media non arrivano mai e il Movimento, così, finisce in una nicchia. Al centro dei malumori delle truppe ci sono soprattutto le linee ondivaghe tenute sia sulle alleanze alle prossime elezioni regionali di settembre, sia sugli Stati generali, che potrebbero subire un ulteriore rinvio. Il congresso è previsto tra ottobre e novembre, dopo le elezioni, ma quel che si sta annusando tra i banchi del Movimento è il pericolo di un ulteriore spostamento, dovuto ai lavori sulla prossima legge di bilancio e sui progetti per utilizzare i fondi europei.
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