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Il Papa: “Nella pandemia le certezze si sgretolano”, ma Dio ci dice “coraggio”

Francesco celebra il rito della domenica delle Palme in una San Pietro deserta

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Tutto passa, solo l’amore resta. Tradotto in questi tempi di pandemia: «Non pensiamo soltanto a ciò che ci manca ma al bene possiamo fare». Papa Francesco lo invoca nell’omelia della Domenica delle Palme, che celebra «a porte chiuse» in una basilica di San Pietro deserta, con appena una quindicina di presenti compresi gli operatori dei media, tutti a distanza di sicurezza. «Nella pandemia le certezze si sgretolano», ma Dio ci dice «coraggio», scandisce. E ai giovani indica i modelli da seguire: «Guardate ai veri eroi di questi giorni: non sono quelli che hanno fama, soldi e successo, ma quelli che danno sé stessi per servire gli altri». 

Il Vescovo di Roma arriva nella basilica vaticana dove presiede, all’«Altare della Cattedra», la solenne celebrazione liturgica della Domenica delle Palme e della Passione del Signore. Niente processione con i ramoscelli di ulivo. La benedizione si svolge ai piedi dell'altare; come anche non ci sarà processione all'offertorio. Pochissima la gente in basilica per una Messa che si svolge senza pellegrini a causa delle norme per contenere il contagio del coronavirus. Sull'altare sono posti il crocifisso di San Marcello e l'icona della Salus Populi Romani. 

Nella Basilica vaticana le pochissime persone presenti (l'arciprete della basilica, il cardinale Angelo Comastri, alcune suore, i lettori), sono sedute una per banco. Ammessi alche alcuni operatori dei media, visto che la Messa è trasmessa in streaming, e fotografi; alcuni di loro indossano la mascherina. Oltre alle persone che aiutano il Pontefice nella Celebrazione, tra ministranti e cantori, e gli operatori dei media, in basilica si vedono una quindicina di persone.

Dopo la proclamazione della Passione del Signore secondo Matteo, l’omelia del Papa. «Gesù “svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo”. Lasciamoci introdurre da queste parole dell’apostolo Paolo nei giorni santi, - esordisce - dove la Parola di Dio, come un ritornello, mostra Gesù come servo: Giovedì santo è il servo che lava i piedi ai discepoli; Venerdì santo è presentato come il servo sofferente e vittorioso; e già domani Isaia profetizza di Lui: “Ecco il mio servo che io sostengo”. Dio ci ha salvato servendoci». 

In genere si pensa di «essere noi a servire Dio. No, è Lui che ci ha serviti gratuitamente, perché ci ha amati per primo». È difficile amare «senza essere amati - dice Bergoglio - Ed è ancora più difficile servire se non ci lasciamo servire da Dio». 

Ma in che modo «ci ha servito il Signore?», si domanda il Papa. Dando la «sua vita per noi - è la risposta - Gli siamo cari e gli siamo costati cari. Il suo amore lo ha portato a sacrificarsi per noi, a prendere su di sé tutto il nostro male». Per Francesco è una «cosa che lascia a bocca aperta: Dio ci ha salvati lasciando che il nostro male si accanisse su di Lui. Senza reagire, solo con l’umiltà, la pazienza e l’obbedienza del servo, esclusivamente con la forza dell’amore. E il Padre ha sostenuto il servizio di Gesù: non ha sbaragliato il male che si abbatteva su di Lui, ma ha sorretto la sua sofferenza, perché il nostro male fosse vinto solo con il bene», perché fosse «attraversato fino in fondo dall’amore. Fino in fondo».

Il Signore «ci ha serviti fino a provare le situazioni più dolorose per chi ama: il tradimento e l’abbandono», evidenzia il Papa. 

Il tradimento: «Gesù ha subito il tradimento del discepolo che l’ha venduto e del discepolo che l’ha rinnegato. È stato tradito dalla gente che lo osannava e poi ha gridato: “Sia crocifisso!”. È stato tradito dall’istituzione religiosa che l’ha condannato ingiustamente e dall’istituzione politica che si è lavata le mani». Il Pontefice invita a pensare ai «piccoli o grandi tradimenti che abbiamo subito nella vita. È terribile quando si scopre che la fiducia ben riposta viene ingannata. Nasce in fondo al cuore una delusione tale, per cui la vita sembra non avere più senso». Questo succede perché «siamo nati per essere amati e per amare, e la cosa più dolorosa è venire traditi da chi ha promesso di esserci leale e vicino. Non possiamo nemmeno immaginare come sia stato doloroso per Dio, che è amore». 

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
05/04/2020 13:24:16


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