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Olimpiadi 2032 in Emilia e Toscana? C'è Montedoglio per le gare di canottaggio

La candidatura della diga proposta dall'assessore Luca Gradi di Pieve Santo Stefano

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E se fosse la diga di Montedoglio la sede delle gare di canottaggio alle Olimpiadi del 2032? Come noto, Firenze e Bologna hanno avanzato questa particolare candidatura per l’edizione che dovrebbe tenersi fra dodici anni e l’idea non è proprio dispiaciuta. Anzi, le due regioni – Toscana ed Emilia Romagna – si sostengono a vicenda e fra i primi che invitano a provarci ci sono proprio il nostro quotidiano e il gruppo editoriale di appartenenza, che di recente hanno organizzato un convegno a Palazzo Strozzi. Anche in Valtiberina Toscana, qualcuno ha subito colto la palla al balzo con cognizione di causa. “Ora come ora è un grande sogno – premette Luca Gradi (nella foto), assessore alla cultura e alla promozione del territorio del Comune di Pieve Santo Stefano, nel cui territorio ricade quasi l’80% della superficie del lago – ma che può diventare benissimo realtà. Pieve Santo Stefano, a nome di un intero comprensorio, considera intanto straordinaria l’idea delle due regioni e propone la candidatura della diga di Montedoglio, ritenendola adattissima sul piano tecnico per le gare di canottaggio, in quanto poco profonda e con acque tendenzialmente calme, dal momento che in un bacino artificiale incastonato fra le montagne la ventilazione è senza dubbio più limitata. Inoltre, vi è anche una parte stretta della diga che va verso la riva e nella quale potrebbero essere posizionate le tribune per gli spettatori”. Queste le credenziali sul piano tecnico. E in ambito logistico? “Fermo restando che quello di Montedoglio è il lago più esteso della Toscana – prosegue Gradi – siamo a due passi dall’Emilia Romagna, con una E45 che, tenuta come si deve, facilita i collegamenti e anche l’accoglienza è sostenibile. I vari centri della vallata possono ospitare gli atleti, che si ritroverebbero tutti a pochi chilometri di distanza dal loro campo gara. Vi immaginate, insomma, il ritorno che ne deriverebbe per noi?”. Ma c’è anche un’altra causale che per Gradi è un punto di forza: “Se cultura e bellezza debbono essere le parole d’ordine, qui le risposte non mancano. Al di là dello scenario in cui si trova Montedoglio, ai piedi dell’Appennino, siamo nella terra di Piero della Francesca e di Michelangelo Buonarroti, abbiamo i Cammini di Francesco con la Verna alle spalle e tanti altri luoghi, più o meno grandi o piccoli ma tutti suggestivi, nei quali dominano anche arte e storia. Paesaggio e gastronomia sono le altre nostre eccellenze. Penso quindi che la Valtiberina abbia tutte le carte in regola per proporsi, qualora il progetto andasse in porto, anche se per ora è un’idea futurista. Ma ci crediamo. E poi – aspetto tutt’altro che secondario – sarebbe la volta buona per la riqualificazione di Montedoglio dal punto di vista turistico, cominciando a mettervi mano a breve per poi vederlo finalmente a posto e fruibile nella maniera migliore”.        

Redazione
© Riproduzione riservata
09/02/2020 20:50:01


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