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Dramma in Australia: mezzo miliardo di animali ucciso negli incendi

Non solo esemplari selvatici: gli allevatori abbattono bestiame gravemente ustionato dalle fiamme

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Un inferno. Non c’è un termine diverso per quanto sta avvenendo in molte zone dell’Australia letteralmente devastate dagli incendi. Le autorità locali hanno ordinato l’evacuazione di turisti e residenti sulla costa sud-orientale del Paese in previsione di un nuovo picco di calore previsto per sabato, che può favorire l'estensione delle fiamme. Ma è sul mondo animale che i numeri diventano impressionanti: gli ecologisti dell’Università di Sydney hanno stimato che 480 milioni di mammiferi, uccelli e rettili sono morti fra le fiamme scoppiate dal settembre scorso. Per alcune specie il dramma è ancora più grave. Il Nuovo Galles del Sud è un territorio dove la presenza dei koala è molto numerosa e proprio loro hanno pagato il prezzo più pesante: ottomila esemplari sono morti bruciati o soffocati dal fumo, oltre il 30 per cento della popolazione totale. I koala sono animali dotati di un pelo abbastanza spesso che, in caso di piccoli incendi, è anche in grado di proteggerli dalle fiamme se riescono a trovare rifugio sugli alberi. Ma in questo caso, con aree così vaste e incendi così intensi, non hanno scampo: alcuni giorni fa un piccolo esemplare è stato trovato vivo sotto il corpo senza vita della madre che lo ha protetto a costo della propria vita. Altri invece si avvicinano ai vigili del fuoco, ciclisti e altre persone nel disperato tentativo di ricevere acqua e aiuto. E quando non sono le fiamme o il fumo a uccidere, ci pensano le alte temperature: nei giorni scorsi su Twitter Bill Wallace ha pubblicato le foto di alcuni esemplari di Cacatua galerita caduti privi di vita stremati e uccisi da temperature intorno ai 50°. Lo zoo di Mogo, recentemente trasformato in un parco naturale, è stato minacciato dalle fiamme ed è stato evacuato grazie all’intervento di 15 coraggiosi guardiani: imbracciando manichette ed estintori, sono riusciti a raggiungere tutti i 200 animali in pericolo. E, non sapendo dove tenerli al sicuro, il direttore del parco Chad Staples ha aperto le porte di casa sua: è lì che hanno trovato rifugio gli animali più piccoli, dalle scimmie ai panda rossi, mentre i grandi - fra cui giraffe, leoni e leopardi delle nevi - sono stati trasferiti in recinti lontano dalla città. A pagare le conseguenze degli incendi non sono però solo gli animali selvatici: migliaia di animali, fra pecore e bovini d’allevamento, sono morti bruciati vivi. Ma il dramma non finisce lì: altre migliaia sono sopravvissute ma hanno riportato gravi ustioni. Nella zona di Upper Murray si calcola che 12mila bovini e seimila pecore sono stati abbattuti perché ritenuti inguaribili o troppo costosi da curare.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
02/01/2020 14:44:45


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