Oscar, vittoria di "Green Book" per il miglior film
“Roma” miglior film straniero, regia e fotografia. Malek miglior attore
Una commedia di amore e amicizia, Green Book ha vinto l’Oscar per il miglior film alla 91esima edizione degli Academy Awards. Non era fra i favoriti ma era in qualche modo in perfetta linea con una serata i cui temi d’inclusione e d’integrazione hanno monopolizzato l’intera cerimonia. La corroborante storia del viaggio del musicista Don Shirley e del suo autista nell’America profonda e razzista degli anni Sessanta, ha vinto tre statuette importanti, oltre a miglior film, anche migliore attore non protagonista, Mahershala Ali e migliore sceneggiatura originale, scritta tra gli altri da Nick Vallelonga, attore e sceneggiatore italoamericano che si è basato sulla reale esperienza del padre, che fu davvero l’autista del musicista jazz in quell’epico viaggio che sfidò la segregazione razziale e l’intolleranza del tempo. Ali non è stato l’unico attore afroamericano a vincere in questa serata di rivincita per le minoranze. Regina King, per Se la strada potesse parlare, è stata la prima della cerimonia a stringere in mano una statuetta: migliore attrice non protagonista. Poi Spike Lee, per BlacKkKlansman, ha ottenuto il premio per la migliore sceneggiatura non originale e ha infiammato la platea degli Oscar con un discorso molto politico: «Le elezioni 2020 sono dietro l’angolo, ricordiamocelo, possiamo fare una scelta di amore e non di odio». Spike Lee ha ringraziato la bisnonna e «che era stata una schiava. Rendo omaggio a lei e ai nostri antenati, grazie al loro sacrificio siamo qui, grazie per aver costruito il Paese e sopportato il genocidio dei nativi». E poi c’è Roma, di Alfonso Cuaron, altro film dalla forte connotazione sociale, grande favorito della vigilia, che racconta la storia della domestica di famiglia nell’infanzia del regista messicano, a Mexico City. Roma, prodotto da Netflix, ha vinto premi importanti: miglior film in lingua straniera, miglior regista, migliore fotografia. «Questo film è dedicato ai 70 milioni di collaboratori domestici che lavorano nelle nostre case e che di solito sono relegate nello sfondo dei nostri film - ha detto il regista messicano - Gli immigrati e le donne proiettano il mondo in avanti».
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