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Metano è tutto pronto per il rifornimento self service anche in Italia

contrariamente ad altri paesi europei, nel nostro è richiesta sempre la presenza di un operatore

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Pulito ed economico, il metano per autotrazione è una soluzione apprezzata nel nostro Paese. Ma quando si tratta di rifornimento, l’Italia sembra non essersi ancora allineata con la stragrande maggioranza dell’Europa, non soltanto dal punto di vista delle infrastrutture, ma anche da quello normativo. Soprattutto per quanto riguarda il rifornimento self service: contrariamente a diversi altri paesi europei, nel nostro è richiesta sempre la presenza di un operatore, requisito che complica notevolmente la vita a chi ha deciso di investire su un’auto a metano. I distributori a oggi non sono inoltre presenti in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, e molti chiudono la sera rendendo impossibile rifornirsi dopo (o prima) una certa ora. 

“Fin dal secondo dopoguerra l'Italia è pioniera del settore metano per autotrazione, e tutt’oggi siamo i leader mondiali nella diffusione e nella tecnologia del gas naturale compresso per la mobilità - dice Licia Balboni, presidente di FederMetano .- Se parliamo di rete di distribuzione, e cioè di numero di stazioni di servizio eroganti metano sulle rete stradale e autostradale, contiamo oggi circa 1.250 punti vendita attivi su tutto il territorio nazionale, a eccezione della Sardegna, che sta però muovendosi con il progetto del metano liquido. Nel panorama europeo dopo l’Italia, al secondo posto, troviamo la Germania con circa 900 punti vendita, ma con un circolante di 100.000 autoveicoli contro il milione abbondante dell'Italia. A fare da contraltare a questa situazione di eccellenza troviamo, invece, l’assenza di una vendita self service. Le ragioni sono soprattutto culturali e si identificano primariamente con la cura e il servizio al cliente”. 

Anche in Italia, però, qualcosa si sta muovendo, alla luce dell’evoluzione tecnologica e della presenza di un mercato europeo che rende necessaria un’unificazione delle regole a livello internazionale. E il recepimento della Dafi(Directive alternative fuel initiative), il decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/94/UE che fornisce requisiti e linee guida per la realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi, ha obbligato i decisori politici a rivedere la normativa di erogazione del metano autotrazione in modalità self service, per allinearla al resto d’Europa. 

“La modalità self service, presidiato e non, era già presente in Italia dal 2014, ma difficilmente realizzabile da parte dei proprietari di stazioni di servizio, fossero questi privati o compagnie petrolifere - spiega ancora Balboni -. Vi erano veri e propri ostacoli tecnici, oggi superati dalla nuova normativa, frutto di un tavolo tecnico di lavoro iniziato a giugno 2017 e terminato ad aprile 2018, cui hanno partecipato Vigili del fuoco, Ministero degli Interni, Ministero dei Trasporti e associazioni di categoria, compresa FederMetano”. 

Sicurezza, la responsabilità è di chi fa rifornimento  

Il tavolo di lavoro si è concentrato principalmente su iniziative e provvedimenti in grado di migliorare e mettere in sicurezza l’erogazione del metano, facilitando il rifornimento. Che potrà essere seguito anche durante gli orari di chiusura dei self service a seguito di una formazione specifica mediante tutorialin doppia lingua, senza l’utilizzo della tessera di abilitazione e del circuito di riconoscimento dedicato, sostituiti da abilitazione diretta a mezzo di pagamento elettronico. La responsabilità del rifornimento, inoltre, non sarò più del proprietario o del gestore dell’impianto, ma di chi si rifornisce, che dovrà presentare un’autocertificazione che attesti le competenze nella procedura.Tra le altre modifiche stabilite ci sono inoltre l’inserimento di un pulsante di ritenuta e il riposizionamento di quello che avvia l’erogazione. 

“La proposta di decreto, approvata lo scorso 24 aprile dal Comitato centrale tecnico scientifico per la prevenzione incendi, dovrà ora seguire la procedura di informazione europea, che prevede un periodo di consultazione di tre mesi - conferma la presiedete di FederMetano -. Il decreto sarà poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale. A oggi lo schema di modifica del decreto non è ancora stato pubblicato”. 

Se la procedura dovesse andare a buon fine, il rifornimento di metano verrebbe notevolmente semplificato, incentivando così una maggiore diffusione con risvolti positivi anche per l’ambiente: “Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, si parla di una minore quantità di CO2 emessa nel ciclo di vita del mezzo o comunque nel ciclo ’wheel to wheel’ dal pozzo alla ruota, anche con metano di origine fossile. Con il biometano la CO2 diventerebbe nulla o negativa - sottolinea Balboni –. Uno studio Adac, l'Aci tedesca, riporta che la quantità di CO2 emessa da un mezzo alimentato a biometano sarebbe totalmente paragonabile a quella emessa da una paragonabile auto elettrica alimentata da energia derivante da pale eoliche. Auspichiamo dunque nel lungo termine un più ampio utilizzo del metano per autotrazione in tutte le sue declinazione, per alimentare non solo i mezzi su gomma, ma anche i mezzi navali e quelli su ferro oggi alimentati a gasolio”. 

La Stampa
© Riproduzione riservata
14/05/2018 11:47:44


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