Soste selvagge a Sansepolcro: è arrivato il momento di dire basta!

Una brutta abitudini praticata nel centro storico e in periferia
Traffico ingessato in alcune zone e in determinati momenti della giornata, con l’aggiunta di soste selvagge e pure in doppia fila. E’ sicuramente una delle tante sfaccettature che caratterizzano la città di Sansepolcro, la quale oramai da tempo lamenta l’assenza di un piano del traffico adeguato. Un qualcosa che deve essere sempre più consono alle esigenze della popolazione, che si trova alle prese con un fenomeno arrivato a livelli intollerabili, tanto da creare pericolo per l’incolumità sia degli automobilisti che dei pedoni. A Sansepolcro – questo accade oramai da troppo tempo – si assiste al perpetuarsi della cattiva, oltre che illegittima, pratica di sostare con le vetture in luoghi nei quali il parcheggio non è affatto autorizzato. Aree spesso anche a ridosso di attraversamenti pedonali, oppure dove vi è un semplice cartello che indica il divieto, ma anche l’improprio utilizzo degli spazi che dovrebbero servire solamente per il carico e lo scarico delle merci. In testa, però - ed è forse anche l’aspetto più grave del problema - ci sono le soste sopra i marciapiedi o nelle zebrature che indicano il divieto assoluto di sostare con ogni mezzo. Una brutta abitudine che viene praticata indistintamente sia nelle vie del centro storico che in quelle delle periferie: un fenomeno che va comunque avanti anche fra un particolare disinteresse di fondo. Della serie: “se lo fanno gli altri, lo posso fare anch’io”. Niente di più sbagliato! Non sta così. Focalizzando nuovamente l’attenzione sul mero problema del piano del traffico di Sansepolcro, da quanto risulta, l’ultima volta che si è cercato di adeguarlo con un progetto (i risultati sono comunque stati minimi) si parla di circa 10 anni fa. Un tentativo bis è poi stato fatto con l’ultima giunta guidata da Daniela Frullani, quando era stata incaricata una ditta esterna – a caro prezzo – di valutare le varie criticità presenti in città, al fine di provvedere all’elaborazione di un nuovo piano. Era stata l’allora assessore Eugenia Lidia Dini a occuparsi di questo aspetto: sono trascorsi due anni, è cambiato il sindaco, ma di quello studio non c’è traccia. Anzi, una traccia c’è e oseremo dire pure abbastanza salata: la fattura della ditta incaricata dello speciale studio, chiaramente già saldata. Eppure basterebbe davvero poco per capire quali sono i principali problemi che attanagliano la città di Sansepolcro, così come adottare il sistema per eliminarli completamente o quantomeno limitarli al minimo; non c’è bisogno di un “luminare” per un contesto come quello di Sansepolcro, città ma fondamentalmente paese. Puntando l’indice sul problema legato alle soste selvagge, la situazione è completamente sfuggita di controllo, nonostante in città vi sia un numero cospicuo di parcheggi. Spesso, però, ci troviamo di fronte a strade decisamente intasate, con auto parcheggiate in doppia - se non addirittura - in terza fila. Insomma, la banale scusa che a Sansepolcro non ci sono i parcheggi è oramai un qualcosa di ampiamente superato: ci sono, eccome! Quasi tutti a ridosso della cinta muraria, che con pochi passi permettono di raggiungere il centro storico. Spesso, quello che manca è la volontà! E’ brutto – e ci mettiamo anche nei panni di un turista che arriva da fuori – vedere arterie intasate quando a pochi metri di distanza ci sono box per la sosta che rimangono vuoti. Tutto ciò comporta inevitabilmente anche delle serie difficoltà per la mobilità dei pedoni, oppure per quelle categorie più sensibili: alludiamo chiaramente ad anziani e disabili. A volte, la sosta selvaggia può trasformarsi in un vero e proprio ostacolo, oltre che causare danni all’arredo e al decoro urbano, con conseguente degrado arrecato pure agli spazi di pubblica utilità. Una situazione che inizia a essere davvero molto pesante e difficilmente tollerata, sia per la qualità della vita nei centri urbani che per l’immagine turistica della città natale di Piero della Francesca. Ora basta: crediamo che sia arrivato veramente il momento di intervenire in modo molto più incisivo, come del resto hanno già fato alcuni comuni limitrofi. affidando il preciso compito al settore di Polizia Municipale del Comune di Sansepolcro di rafforzare l’azione di controllo e repressione; un qualcosa che deve essere attuato in modo costante e continuativo, per un rispetto generale e costante del codice della strada.
FOCUS SUI PUNTI PIU’ CRITICI PRESENTI A SANSEPOLCRO
Le telefonate e le segnalazioni da parte dei cittadini alla nostra redazione sono praticamente continue e costanti nel tempo. Ascoltandole con attenzione, ci siamo divertiti anche noi a fare un giro di perlustrazione, mettendo in evidenza quali sono le zone più congestionate, che possono costituire anche pericolo e seri rischi per la circolazione dei mezzi e successivamente dei pedoni. Partiamo con il dire che il problema è piuttosto generale, indistintamente fra centro storico e periferia. Attenzione, perché non è sicuramente “colpa” dei locali o degli esercizi commerciali presenti in queste zone nelle quali andremo a concentrare l’attenzione, bensì dei comportamenti errati tenuti dai vari automobilisti. Questo lungo “tour” partirà dall’esterno per poi piombare a ridosso delle mura e arrivare nel centro storico.
Via Senese Aretina – E’ un’abitudine consolidata nella zona delle Forche – all’incrocio con via Carlo Vigo da una parte e via La Fiora, la parallela allo stadio Tevere, dall’altra – quella di lasciare in sosta le vetture sulle zebrature comprese fra le aiole spartitraffico e la strada. Accade molto spesso che, quando le auto ferme siano più di una, per chi entra da via La Fiora la visibilità non si riveli sufficiente. E il bello è che esiste un parcheggio parallelo alla strada, parcheggio che parte dalla rotatoria della chiesa di San Giuseppe, che spesso e volentieri è vuoto.
Viale Osimo – E’ una fra le direttrici più trafficate di Sansepolcro. Lungo essa, sono presenti fin troppi luoghi che costituiscono polo di attrazione, ovviamente per vari motivi e per tante persone: c’è il cimitero urbano, ma c’è anche il centro commerciale Arcadia, per proseguire con l’ampio supermercato Coop, senza dimenticare che parliamo di una zona altamente residenziale e comprensiva di impianti sportivi. Le vetture sfrecciano a velocità folli, tanto da scambiare la strada per una pista: a ridosso del centro commerciale, però, avanza subito il problema legato alla sosta, con le auto in doppia fila e parcheggiate dove capita. Le vetture vengono sistemate su tutti i ritagli di spazio ritenuti utili: marciapiedi, incroci e zebrature. In due strade vicine e traverse - alludiamo a via del Martellino e a via Leonardo Da Vinci - il problema si ripresenta in fotocopia. La prima è addirittura a doppio senso di circolazione e in teoria nessuno spazio di sosta è presente: purtroppo, però, le auto vengono parcheggiate su entrambi i lati, creando difficoltà per il passaggio dei mezzi. Nella parallela vige anche il senso unico, poco rispettato, oltre che un divieto di sosta nella parte terminale, dove la carreggiata si allarga. Fra il centro commerciale Arcadia e l’ingresso superiore dello stadio Buitoni, c’è un grande parcheggio con casina dell’acqua inaugurato da quasi quattro anni, con sempre molti box vuoti, ma l’inciviltà degli automobilisti regna sovrana.
Via del Prucino - Carreggiata stretta e anche qui mole di traffico elevata. Parliamo di una strada che conduce a ridosso delle mura e pure alla stazione ferroviaria. Molti cittadini, visto anche il problema della sosta selvaggia presente ai lati, hanno proposto l’istituzione di un senso unico: chiaramente, si tratta per ora di un’idea in fase embrionale, tanto da valutarne quale potrebbe essere il senso più adeguato. Rimanendo sempre in zona, la stessa ipotesi è stata avanzata anche per viale Alessandro Volta, ovvero il tratto che collega Porta del Ponte con la stazione ferroviaria, dove è presente una curva a gomito che rende difficoltosa la svolta dei mezzi di una certa lunghezza. Magari, sarebbe opportuno provvedere a un senso unico, ovviamente opposto a quello di via Santa Croce. Costeggiando sempre le mura, un’altra zona nella quale non mancano di certo questo tipo di problematiche è quella di viale Barsanti, proprio all’ingresso del parco del Campaccio: qui i disagi, con conseguente sosta “dove capita”, si hanno solamente in determinati momenti della giornata; principalmente, la mattina all’ingresso delle scuole e poi all’uscita. Alle tante vetture – chiaramente ogni genitore vorrebbe accompagnare il proprio figlio davanti al portone – si aggiungono i pullman che trasportano gli studenti dai centri limitrofi. A proposito di viale Barsanti e via Pacinotti, da inizio anno sono posizionate le tre isole pedonali salvagente al centro della strada, che qualche polemica hanno alimentato: più di una le auto che vi sono già andate a sbattere, ma è bene ricordare che hanno la funzione di rallentatore e che di esse i residenti a ridosso della via hanno sottolineato la necessità, perché altrimenti alcune auto avrebbero sfrecciato a velocità sostenute per un centro abitato.
Area di Porta Fiorentina - Le due direttrici principali, che si ricongiungono all’altezza dell’arco, sono viale Vittorio Veneto e viale Armando Diaz. In questo caso, il tasto è davvero dolente. Salendo dalla stazione lungo il viale, troviamo sulla destra addirittura tre parcheggi, dei quali uno solamente a pagamento, mentre in un altro vige il disco orario solo su un lato. Sono presenti diverse attività commerciali e gli spazi di sosta autorizzati sono spesso liberi, ma i lati di viale Vittorio Veneto sono sempre più affollati con tanto di auto in sosta regolarmente parcheggiate sopra i marciapiedi e attraversamenti pedonali. Sull’altra direttrice, quindi viale Armando Diaz, la questione è praticamente identica: auto ferme ai lati, magari con persone intente a leggere il giornale sedute sulle panchine.
Zona Autostazione e largo Porta Fiorentina - A ridosso dell’arco - da alcuni anni questo spazio si chiama largo Caponnetto, Falcone e Borsellino – non sono previsti parcheggi ufficiali, fatta eccezione per quello riservato ai disabili e per un altro di cui usufruisce il servizio taxi. Bene, di auto bianche con regolare scritta sul tetto a Sansepolcro riusciamo a contarne sul palmo di una mano nell’arco di un anno; pieno rispetto invece per l’altra categoria, con l’apposito tagliandino di riconoscimento da apporre nel cruscotto. Il problema è però un altro, ovvero che tutti parcheggiano ai lati, compreso quello opposto che sarebbe riservato – con tanto di cartello apposto – alla fermata dell’autobus impiegato per il servizio urbano. Il problema prosegue poi anche davanti all’Autostazione, tutto attorno ai giardini: spesso, i pullman sono costretti a far scendere i passeggeri al centro della strada, poiché non riescono ad entrare nella corsia riservata ai bus di via Guglielmo Marconi. Insomma, un inferno di auto, nonostante i parcheggi con gli spazi vuoti, ma la fretta di prendersi un caffè – e soprattutto la pigrizia di compiere qualche passo a piedi – sono motivi “letali” per non rispettare le regole.
Via XXV Aprile - Sotto tiro la parte iniziale della strada, quella che va da viale Armando Diaz fino in pratica all’intersezione con via Santi di Tito. Essendo a senso unico in quella direzione, prevale la tendenza quasi esclusiva a preoccuparsi di non ostruire i passi carrabili, ma per il resto si può parcheggiare sul lato destro come su quello sinistro. Anche se c’è il divieto, l’importante è che le auto in transito abbiano lo spazio per passare. Il fatto di non intralciare il passo non significa stare in automatico dalla parte della ragione, specie se la sosta non è espressamente consentita. Da sottolineare che a pochi metri ci sono dei grandi parcheggi.
Piazza Santa Marta - Andiamo ora a Porta Romana, dove – nonostante il divieto di sosta permanente e vicino all’ufficio della polizia municipale in piazza Gramsci – si continua a parcheggiare regolarmente. All’altezza della vecchia porta, i parcheggi vi sono su entrambi i lati, mentre nella parte che costeggia la parete con le affissioni possono fermarsi solo gli autorizzati; davanti alla chiesa, invece, esiste il divieto permanente ed è a volte disarmante la tranquillità con la quale le auto vengono lasciate parcheggiate anche per lunghi periodi.
Piazzetta di Sant’Eligio – E’ il piccolo spazio, con tanto di fontana centrale, che si trova accanto alla chiesa di Sant’Antonio Abate. Più volte si transita in quella strada e più volte ci si può imbattere in auto parcheggiate dove capita.
Porta Tunisi - Situata alla fine di via Giovanni Buitoni, nelle vicinanze della ex manifattura tabacchi, è un’altra zona nella quale – paradossale a dirsi – c’è un ampio parcheggio a 10-20 metri di distanza, ma che per comodità non si vogliono percorrere a piedi. Auto ferme ai lati, dove non dovrebbero sostare.
Via dei Molini - C’è il parcheggio bipiano inaugurato nel marzo del 2016, ma siccome c’è spazio anche ai lati, con tanto di box delimitati, le vetture si concentrano qui e oltre metà dello spazio rimane sempre libera. E dire che i lati anderebbero alla perfezione come scalo per i bus turistici: qui verrebbero scesi i visitatori della città e indirizzati verso Porta Romana prima ancora che entrare diretti dentro al museo. Ma ci sarebbe da capire anche il funzionamento del parcheggio interrato di via dei Molini: si diceva che sarebbe stato riservato alle auto dei residenti nelle attigue case popolari, che infatti sono sistemate sul ciglio della strada perché lo spazio fra i due blocchi abitativi è da tempo zona pedonale.
Centro Commerciale Valtiberino - Qui i parcheggi non mancano, né manca il posto anche nelle giornate di superaffollamento; d’altronde, oltre agli esercizi di vendite e al supermercato, vi sono l’ufficio postale, gli ambulatori medici e una serie di uffici. Se però c’è la possibilità di piazzare l’auto ai lati della strada d’ingresso (che è sufficientemente larga), tanto meglio: non sarebbe regolare, ma il passaggio è ugualmente garantito, a meno che un’auto in entrata con la curva semicoperta non si imbatta nell’auto in sosta. Pensiamo soltanto a cosa potrebbe accadere con l’apertura della Casa della Salute, visto che al Centro Valtiberino vogliono insediarla.
Zona Industriale Santa Fiora - nella zona industriale di Santafiora, dove da un po’ di tempo, per abbassare il grado di pericolosità dell’incrocio (teatro molto spesso di incidenti), è stato istituito nell’asse centrale di via Senese Aretina il divieto - in entrata e non in uscita - per i mezzi pesanti nella strada che collega con lo stabilimento Newlat, con il supermercato e con le altre attività commerciali presenti. Ebbene, la prescrizione è puntualmente disattesa: dopo le attenzioni iniziali, adesso i camion entrano senza problemi.
LA VERA PREVENZIONE: UN MAGGIOR SENSO CIVICO DEGLI AUTOMOBILISTI
E’ chiaro che le problematiche non manchino di certo; a tutto ciò, si aggiunge anche quella della “Ztl” all’interno del centro storico: accessi continui di furgoni e auto, quando sarebbe consentito ad essi solamente in determinati momenti della giornata. La questione non è sicuramente da porre in secondo piano; è necessario bensì un giro di vite per riuscire almeno a riportare alla normalità il problema della sosta selvaggia in tutto il territorio di Sansepolcro. La vera azione di prevenzione dovrà essere però di natura civico-culturale, nel senso che il quadro degli automobilisti indisciplinati o tendenzialmente indisciplinati è oramai abbastanza delineato: luogo che vai, frequentatore che trovi e relativa auto ferma che testimonia la brutta abitudine. Ma censurabile è soprattutto l’atteggiamento di queste persone, da dividere in due categorie ben distinte. Ci sono quelli che rischiano in base al calcolo delle probabilità; della serie: per due-tre minuti non mi succede niente, né credo che i vigili urbani arrivino proprio in quel momento. E poi, se arrivano, con le quattro frecce inserite capiscono subito che si tratta di una sosta veloce. Ma che spesso dura anche per lunghi periodi. Se poi un giorno il loro calcolo non torna (perché magari i due minuti sono diventati dieci e nel frattempo il vigile è passato, lasciando il bigliettino sul tergicristallo), rimangono pur sempre - a parziale consolazione - tutte le volte nelle quali l’hanno scampata, ma sarebbero stati da multare per l’infrazione. Ci sta quindi che per 20 volte la fai franca e che alla 21esima ti possano pizzicare. La categoria peggiore è però la seconda, quella più numerosa: coloro che si sentono intoccabili – magari per principio - e che giustificano alla grande i loro comodi con la frase classica: “A me, stai sicuro, la contravvenzione non la fanno”. Bisognerebbe capire da quali causali questi signori trovano tanta sicurezza addosso, di chissà quali persone sono amici e quali generi di ritorsioni sarebbero pronti a mettere in atto, altrimenti verrebbe da pensare che esistono davvero cittadini di serie A e cittadini di serie B. Alla luce di quanto appena esposto, il consiglio alla polizia municipale diventa accorato: anche per abbassare arroganza e sbruffoneria, cominciate a elevare contravvenzioni e far vedere che ci siete. Oltretutto, sanzionare chi sgarra impingua le casse in forma equa e aiuta anche a diminuire la pressione fiscale. Sansepolcro è diventata la “città del lamento”, dove si fa molta attenzione a quello che fanno gli altri (gossip e polemiche) ma poi in molti pretendono di fare i loro comodi non rispettando regole e leggi. Vogliamo essere fiduciosi in una legge uguale per tutti e che nella città di Piero della Francesca torni quell’ordine e accoglienza persa ormai da anni.
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