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Federer, leggenda senza fine: vince il sesto titolo in Australia. È il suo 20° Slam
Il croato Cilic battuto in 5 set. In carriera i titoli conquistati sono 96
Roger Federer ha battuto 6-2 6-7 6-3 3-6 6-1 Marin Cilic e vinto il suo 20esimo Slam in 20 stagioni da professionista, il sesto agli Australian Open – pareggiando il record di Roy Emerson e Novak Djokovic - e il 96esimo titolo in generale. Sono le cifre di una carriera capolavoro, forse inarrivabile, in cui Federer ha giocato ben 30 finali Slam. E se la finale di Melbourne dello scorso anno vinta contro Rafa Nadal era sembrata il gioiello finale della corona, quella di quest’anno apre la strada a nuovi imprevedibili e impressionanti orizzonti. Con tutta o quasi la concorrenza che conta in infermeria ci si chiede infatti chi possa fermare un campione senza tempo che a 36 anni e 173 giorni è diventato il terzo tennista della storia a vincere almeno 4 tornei dello Slam da over 30 dopo Rod Laver e Ken Rosewall. Ma solo Rosewall è riuscito a vincere tre da over 35 come ha fatto il fuoriclasse svizzero. Nella rivincita della finale dello scorso anno a Wimbledon, Cilic, che sarà per la prima volta n.3 del mondo, ha offerto più resistenza al Genio, ma ha pagato un pessimo inizio di match e un finale in calando, sorprendente se si considerano i sei anni di differenza fra i due. Federer in realtà avrebbe potuto chiudere anche in quattro set, dopo che Marin era stato bravo a prendersi il tie-break del secondo ma il croato gli aveva offerto il terzo con un break tempestato di errori sul 3-2. Nel quarto set Federer ha tolto subito il servizio all’avversario, ha avuto una palla per il 3-0 ma dopo essere arrivato 3-1 ha ceduto a sua volta inaspettatamente due volte la battuta. Federer nel corso della partita ha come al solito esibito alcuni colpi fenomenali, fra rovesci e diritti in controbalzo, ma è stata la percentuale ritrovata di prime di servizio che gli ha permesso di uscire da tre game molto combattuti a inizio del quinto set, e allungare poi contro un Cilic ormai sottomesso. Solo tre miti del tennis hanno vinto più Slam di lui, e sono tutte donne: Margaret Court (24), Serena Williams (23) e Steffi Graf (22). Ma nessun traguardo, neppure i 109 tornei di Connors, o un nono successo a Wimbledon e il ritorno al numero 1, sembrano impossibili per un campione immenso. Alla fine lacrime sia in tribuna, per i genitori del fenomeno, sia per Roger stesso che con i lucciconi agli occhi si è sciolto della tensione. «È stata una giornata lunga», ha ammesso. «È più facile quando si gioca il pomeriggio, alle sei di sera ci pensi tutti il giorno, sono contento che sia finita. E la conclusione di una favola, un altro sogno che si avvera dopo il bellissimo 2017. Io e la mia famiglia ci siamo divertiti partendo da Perth l’anno scorso (la vittoria nella Hopman Cup a capodanno), l’Australia è un paese bellissimo. Grazie al pubblico che mi tiene in tensione e mi fa allenare, non sarebbe la stessa cosa senza di voi appassionati». Poi una parola per le leggende “aussie” presenti sul campo: «Rocket, è bello vederti», ha detto rivolto a Rod Laver. «Ashely Cooper, è un onore essere premiato da te». Nelle parole di un campione unico, il senso di una tradizione che si perpetua.
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