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Giro d’Italia in solitaria in una piccola barca: la nuova impresa di Campriani

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Nuova impresa del navigatore Alessio Campriani che a bordo di una barca a vela di soli 6.5 metri ha compiuto il giro d'Italia in solitario senza scalo.

"Questa volta, dopo Capo Horn, l'Antartide e la navigazione con un non vedente, non sono salpato in cerca di un record ma in vista della mia partecipazione alla durissima Minitransat, competizione che si gioca sull'attraversamento in solitaria dell'Oceano Atlantico, dalle Canarie ai Caraibi con una barca non più lunga di sei metri e mezzo" ha spiegato Campriani, durante una conferenza stampa in cui ha illustrato l'ultimo viaggio alla presenza del sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta, del parlamentare Walter Verini, l'assessore tifernate allo Sport Massimo Massetti e il consigliere comu-nale Cesare Sassolini.

Mentre un video raccontava le tappe salienti del giro d'Italia, dalla partenza a bordo dell'imbarcazione Zebulon 488 al trionfale arrivo, tutte le autorità istituzionali si sono complimentate con Campriani a partire dal sindaco Luciano Bacchetta e dall'assessore Massimo Massetti, che ha parlato di "un campione, che sta contribuendo a destare tra i giovani tifernati la curiosità per una disciplina che la posizione geografica non rende accessibilissima. Ma gli sport d'acqua sono sempre stati un interesse dell'Amministrazione comunale, se pensiamo alle piscine e poi al sostegno perché Montedoglio diventasse anche un mare minor per noi dell'entroterra". Cesare Sassolini, consigliere comunale e amico di Campriani, ha parlato di come "tali imprese, che necessitano di disciplina ed abnegazione, convivano in Alessio con una straordinaria normalità. Anche questo è un insegnamento per i giovani: non bisogna avere vite speciali per fare cose speciali, è sufficiente l'impegno e la volontà". Walter Verini, da sempre vicino alle imprese di Campriani, ha invece ricordato come "navigare con un equipaggio non può essere paragonato, per quanto le condizioni siano proibitive, con andare per mare in solitaria. E' il senso della sfida non distruttiva ma consapevole con se stesso. Ritengo molto importante il lavoro che Alessio sta portando avanti con le scuole e con i disabili, traendo dalla disciplina della vela insegnamenti che sono validi anche in terra ferma e promuovendo l'autonomia della persona anche in contesti prima considerati off limit".
"Anche se non avevo un record da battere, il periplo d'Italia è stato comunque un'impresa - ha raccontato il velista tifernate - sono partito da Marina di Ravenna il 22 settembre ed ho toccato terra soltanto 11 giorni e mille miglia dopo, il 2 Ottobre, quando ho attraccato al porto di Cecina. Solo, tra mille imprevisti, le difficoltà sono state all'ordine del giorno ed ero preparato ad affrontarle ma alla fine la cosa più critica si è rivelata la gestione del sonno.
Non ho mai potuto dormire più di un'ora di fila. Facevo quotidianamente dai dieci ai quindici microsonni e almeno sei pasti.
Non ho sofferto invece il freddo che mi aveva dato grandi problemi a Capo Horn ed in Antartide soprattutto nel passaggio terribile tra gli Iceberg nel Canale di Drake, dove si incontrano Oceano Atlantico e Pacifico. Questa volta i momenti in cui ho creduto di non farcela sono stati tre: il primo, dopo appena un giorno e mezzo di navigazione, quando con un mare molto grosso ad oltre trenta nodi, che corrispondono a 60 chilometri, non riuscivo ad ammainare una vela che si era incastrata. Il secondo all'altezza del canale di Otranto quando sono stato investito da due perturbazioni consecutive una dopo l'altra. In mare le chiamiamo groppi e si presentano come una nube temporalesca circoscritta con raffiche di vento molto forti e pioggia, che si sposta molto velocemente. Infine quando ho attraversato lo Stretto di Messina, in cui il traffico commerciale e i venti forti da Nord mi hanno reso quasi impossibile la risalita".

Il periplo in solitaria con il barchino è dunque un salto di qualità nella storia velica di Alessio Campriani e il primo passo di un percorso di avvicinamento alla competizione estrema Minitransat, competizione di attraversamento transoceanico, che si svolge ogni due anni e vede pochi titolati navigatori cimentarsi dalla Bretagna ai Caraibi, lungo una rotta di oltre 8.000 chilometri, da soli e in una piccola barca. Il periplo dunque varrà per l'ammissione alla Minitransat del 2019. "L'idea di partecipare c'è ed è radicata. Stato compiendo tutti i passi necessari per poter essere inserito nel novero dei partecipanti. La transoceanica da solo con una piccola barca sarà il mio prossimo obiettivo. Mio ma soprattutto del Circolo Velico Centro Italia, a cui sono dedicate queste prove. I record sono un fatto ed un forte impulso a togliere l'ancora ma la motivazione profonda che mi spinge in mare è la possibilità di diffondere l'amore che ho per le discipline nautiche nei giovani, soprattutto in quei ragazzi che crescono, come siamo cresciuti noi umbri, in una terra senza mare".
Umbra.

Redazione
© Riproduzione riservata
21/10/2017 13:56:44


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