Conflitti internazionali “Export a rischio e incertezza sui costi energetici”

L’allarme del presidente di Confartigianato Arezzo Maurizio Baldi
“L’attacco di Israele all’Iran nella notte tra giovedì e venerdì scorsi – dichiara Maurizio Baldi, Presidente di Confartigianato Imprese Arezzo – segna un nuovo, grave peggioramento di una situazione geopolitica già fortemente instabile. Nell’estate del 2025, i venti di guerra che spirano dal Medio Oriente, con ripercussioni su Egitto, Libia e Turchia, si sommano ai conflitti in corso tra Russia e Ucraina e alle recenti tensioni ai confini tra India e Pakistan. Uno scenario globale che si riflette drammaticamente sulle nostre imprese”.
L’escalation nel Mediterraneo e in Asia ha già innescato un rialzo delle quotazioni delle commodities energetiche, aumentando l’incertezza sugli scambi internazionali e mettendo a rischio la ripresa delle esportazioni italiane, che aveva mostrato segnali positivi nel primo quadrimestre del 2025.
Il territorio aretino in queste ore sta fronteggiando anche le difficoltà legate all’export, già messo a dura prova dalle politiche dei dazi. Un tema evidenziato anche nel corso della Giornata dell’Economia 2025 organizzata alla Borsa Merci dalla Camera di Commercio di Arezzo-Siena, in cui sono stati condivisi e confrontai i dati del 2024 e quelle dei primi mesi del 2025.
“Il momento delicato per l’economia aretina si sta protraendo – ha commentato Baldi. Se il 2024 si era chiuso con un risultato straordinario per le esportazioni della provincia di Arezzo, il primo trimestre del 2025 si apre con risultati misti. Nel 2024 l’export aveva raggiunto un valore complessivo di 15,6 miliardi di euro, in crescita del 45,6% rispetto al 2023. A trainare questa performance era stato soprattutto il settore della gioielleria e oreficeria. Il comparto della moda, nonostante le difficoltà del contesto internazionale, aveva chiuso il 2024 con un lieve ma significativo +3,3%”.
I primi mesi del 2025 ci portano verso dati altalenanti. I metalli preziosi continuano la loro corsa, salendo a 1,8 miliardi di euro (+98%), spinti da un ulteriore aumento del prezzo dell’oro (+42,4%). Al contrario, la gioielleria segna un brusco calo del -22,8%, penalizzata dal rallentamento di mercati chiave come Turchia (-41,2%) e Stati Uniti (-9,1%). Nel settore moda, il 2025 parte in lieve flessione (-1,4%), mentre crescono la pelletteria (+10%) e i prodotti chimici (+9,7%).
“La situazione generale - prosegue Baldi - evidenzia criticità nei comparti moda e oreficeria, che saranno da monitorare con attenzione nei prossimi mesi. Al 31 dicembre 2024 le imprese artigiane in provincia risultano 9.547 (27,2% del totale). In lieve calo annuo (-0,3%). Le imprese del settore manifatturiero rappresentano il 30,5% di tutto il comparto artigiano aretino. Un settore che comprende un indotto più ampio di cui fanno parte tutta una serie di prodotti e servizi che ora rischiano uno stallo. Un terzo (33,0%) dell’export italiano nell’area dei 25 paesi del Vicino Oriente e del Nord Africa è prodotto in settori di micro e piccola impresa, per un totale di 20,3 miliardi di euro. Si tratta di mercati fondamentali per tante micro e piccole imprese italiane – sottolinea Baldi – in particolare nei settori a maggiore vocazione artigiana come la moda, l’alimentare, i mobili, la gioielleria e la meccanica di precisione. Serve proteggere questi comparti”.
Oltre alle oggettive difficoltà dell’export, le ulteriori criticità legate all’approvvigionamento energetico potrebbero essere determinanti.
“La dipendenza energetica dell’Italia dalle aree attualmente ad alto rischio è ancora significativa – spiega Baldi – con un import complessivo di petrolio e gas da 17 dei 25 paesi coinvolti nei conflitti, per un valore di 27,6 miliardi di euro, pari al 40,7% degli acquisti energetici dall’estero. Anche su questo serve capire in che modo tutelare le aziende che vivono di export, dal momento che la spinta dei prezzi dell’energia potrebbe determinare un rialzo delle aspettative di inflazione e un rinvio dei prossimi tagli dei tassi da parte della BCE”.
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