Referendum senza quorum, affluenza definitiva al 30, 6%. La delusione di Landini

Tajani: "Fallito l'assalto al governo"
Secondo i dati del Viminale, a urne chiuse sui referendum, l'affluenza media nazionale è stata del 30,6%. E' il valore che emerge dall'esame di tutte le 61.591 sezioni in Italia e riferito ai cinque quesiti. Quorum non raggiunto dunque per i cinque quesiti, quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza. La percentuale dell'affluenza varia di pochissimo fra i 5 quesiti.
Sì sopra l'88% su tutti i referendum tranne cittadinanza
Quando mancano ancora circa 7 mila sezioni per la lettura dei voti disaggregati (l'ultimo aggiornamento disponibile su Eligendo è delle 18.55) il quesito sul reintegro dei licenziamenti illegittimi registra l'88,94% di Sì (10.714.092 di voti) contro l'11,06% di No (1.331.844 di voti). Il secondo quesito, sui licenziamenti e limite indennità, ha l'87,55% di sì (10.493.779 voti) e il 12,45% di no (1.492.385). La tutela dei contratti a termine - terzo quesito - registra l'88,98% di sì (10.584.663 voti) l'11,02% di no (1.312.340 di voti). La responsabilità infortuni sul lavoro ha l'87,26% di Sì (10.242.404 di voti) contro il 12.74% di no (1.495.347 di voti). Per la cittadinanza italiana i sì sono stati il 65,13% (7.644.154) contro il 34,97 di no (4.093.164).
Si è votato anche per i ballottaggi nei 13 Comuni nei quali si deve scegliere il sindaco. Alle 23 di domenica era complessivamente andato a votare circa il 35,9%. In calo rispetto al primo turno quando era andato a votare il 45,82% di elettori.
Schlein: "14 milioni al voto, ne riparliamo alle politiche"
"La differenza tra noi e la destra di Meloni è che oggi noi siamo contenti che oltre 14 milioni di persone siano andate a votare, mentre loro esultano perché gli altri non ci sono andati. Ne riparliamo alle prossime politiche. Hanno fatto una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico di questo voto ma hanno ben poco da festeggiare: per questi referendum hanno votato più elettori di quelli che hanno votato la destra mandando Meloni al governo nel 2022. Quando più gente di quella che ti ha votato ti chiede di cambiare una legge dovresti riflettere invece che deriderla". Lo dice la segretaria Pd Elly Schlein sul referendum.
Conte: "Chi esulta porti rispetto a 15 milioni di elettori"
"Leggo dichiarazioni ed esultanze sguaiate dei 'tifosi' della politica. Portate rispetto a circa 15 milioni di cittadini che sono andati a votare. Portate rispetto agli oltre 12 milioni che hanno votato sì a maggiori tutele nel mondo del lavoro. Parliamo di oltre 12 milioni di cittadini che, al di là dei colori politici, chiedono più tutele contro licenziamenti, precariato e incidenti sul lavoro. Noi saremo sempre dalla loro parte, dalla parte giusta. E porteremo avanti la battaglia per loro in Parlamento". Lo scrive sui social il leader dei 5 stelle, Giuseppe Conte aggiungendo che "se vi sembrano numeri insignificanti, considerate che è lo stesso numero di votanti (anzi alla fine potrebbero essere anche di più) con cui la maggioranza Meloni è arrivata al Governo".
Landini: "Non abbiamo raggiunto l'obiettivo"
"Il nostro l'obiettivo era raggiungere il quorum, è chiaro che non lo abbiamo raggiunto. Oggi non è una giornata di vittoria - ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini, tra i principali promotori dei referendum -. Contemporaneamente gli ultimi dati ci dicono che sono oltre 14 milioni le persone che hanno votato nel nostro paese cui si aggiungeranno gli italiani all'estero: un numero importante, un numero di partenza. I problemi che abbiamo posto con i referendum rimangono sul tavolo", ha aggiunto durante la conferenza stampa nella sede del Comitato promotore per i referendum sul lavoro, dove ha atteso i risultati insieme al resto della segreteria confederale.
Magi: "Ha vinto l'astensionismo organizzato insieme a quello spontaneo"
Mentre la destra esulta con Fazzolari che sintetizza con la vittoria del governo e la debacle della sinistra, Riccardo Magi di +Europa, tra i promotori dei referendum, dice che "ha vinto l'astensionismo organizzato che si è fatto forte dell'astensionismo spontaneo e della mancanza di informazione ma non ci sentiamo sconfitti" perché "abbiamo rimesso al centro della discussione pubblica un tema che non c'era più: quello della riforma della legge sulla cittadinanza", ha aggiunto il segretario in una conferenza stampa al comitato per il quesito sulla cittadinanza.
Tajani: "Fallito l'assalto al governo". Fazzolari:
"Intanto grande rispetto per chi è andato a votare perché è sempre una forma di partecipazione al referendum. Detto questo, è stata una sconfitta della sinistra e dell'opposizione che voleva tentare l'assalto al governo utilizzando il grimaldello dei referendum. La cosa è andata male, il governo si è rafforzato, l'opposizione si è indebolita", ha affermato il vicepremier e leader di FI, Antonio Tajani, intervenendo al Tg1. Sulla stessa linea d'onda anche Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l'Attuazione del programma di governo, per il quale "le opposizioni hanno voluto trasformare i 5 referendum in un referendum sul governo Meloni. Il responso appare molto chiaro: il governo ne esce ulteriormente rafforzato e la sinistra ulteriormente indebolita".
Salvini: "La cittadinanza non è un regalo"
"Oggi in Italia si votano dei referendum che non passeranno: la cittadinanza non è un regalo, chiediamo regole più chiare e severe per essere cittadini italiani, non basta qualche anno in più di residenza", ha detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo sul palco della "Festa della Vittoria" dei Patrioti Ue.
Diverse le violazioni del silenzio elettorale
Diverse le violazioni del silenzio elettorale e le polemiche da parte del Comitato promotore dei referendum per il fatto che in alcune sezioni i presidenti di seggio abbiano chiesto preventivamente agli elettori se volessero ritirare o meno tutte e 5 le schede. Il Viminale ha comunicato un'affluenza alle 12 tra il 7,41 e il 7,43%, lontana dalla soglia del 10% che storicamente assicura il raggiungimento del quorum. Un dato che, guardando i numeri del Ministero dell'Interno, è condizionato soprattutto dal Sud e dalle isole dove a votare sono andati davvero in pochi. La Regione più astensionista è la Calabria con il 10,14% alle 19.
Dato in linea con l’ultima tornata referendaria
Un dato quello dell'affluenza in linea con l'ultima tornata referendaria - quella del 2009 sulla legge elettorale - in cui si votò su due giorni come quest'anno e in cui tuttavia non fu raggiunto il quorum. Ai seggi si sono recati tutti i leader che sostengono i quesiti ed anche la premier Giorgia Meloni che però ha detto di non voler ritirare le schede per non far raggiungere il quorum. A votare è andato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo seggio di Palermo.
Toscana ed Emilia Romagna le regioni più presenti
Mentre la più presente alle urne è la Toscana con il 22%, che alle 19 supera l'Emilia Romagna che si ferma al 21,21%. Nell'ultima tornata referendaria in cui il quorum fu raggiunto, quella del 2011 sull'acqua pubblica, il dato segnò l'11,64% a Mezzogiorno, salito poi al 30,33% alle 19, mentre quest' anno alla stessa ora l'affluenza si ferma al 16% nei 5 quesiti. I promotori auspicano che lunedì gli elettori andranno alle urne "per far sentire la loro voce" e rendere validi i referendum.
Il voto dei leader
Tutti i leader dei partiti che sostengono la consultazione, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi votano di buon ora, invitando sui social i cittadini a fare altrettanto. Maurizio Landini, il padre dei 4 referendum sul lavoro, vota a San Polo d'Enza, in provincia di Reggio Emilia, rispettando il silenzio elettorale. Anche Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati si reca al seggio, ma annuncia di aver detto NO a tutte e 5 le domande.
La premier Meloni al seggio in serata
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è recata al seggio domenica sera. Nei giorni scorsi la premier ha spiegato la sua intenzione di recarsi al seggio senza ritirare le schede dei cinque referendum.
Le polemiche
Le polemiche tuttavia non riguardano solo le violazioni del silenzio elettorale. Il comitato promotore invia una lettera al sindaco di Roma Gualtieri e al Prefetto lamentando che alcuni presidenti di seggio chiedono "preventivamente agli elettori" se vogliano o meno ritirare tutte le schede. E "tale domanda potrebbe risultare orientativa e turbativa" sostiene il Comitato. Altre disfunzioni si registrano a Roma a Trastevere, a Via dei Genovesi, dove i seggi sono al primo piano, senza ascensore, il che rende impossibile l'accesso agli anziani e ai disabili che protestano. Il problema si risolve quando una giornalista della Rai chiama le telecamere a riprendere il disservizio. A quel punto il personale addetto allestisce in tutta fretta un seggio al piano terra e gli anziani possono così votare dopo oltre 3 ore di attesa. A Sala Consilina, la novantacinquenne signora Rosa va a votare in sedia a rotelle senza alcuna difficoltà. Dal referendum del 2 giugno 1946, dice di non aver "mai saltato un voto e finché posso - dichiara ai giornalisti presenti - continuerò a farlo". Nell'isola di Giannutri, nell'arcipelago toscano, dove non ci sono seggi e dove il traghetto per il Giglio passa solo il giovedì, il sindaco organizza a spese del comune il trasporto per i 15 aventi diritto, ma solo due di loro ne approfittano. Costo dell'operazione: 1.200 euro, spesa che il sindaco Armando Schiaffino, chiede inutilmente al Ministero dell'Interno di sostenere.
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