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Sestino: l’antico Borgo di Monterone ha finalmente un suo stemma araldico

Lo stemma è stato disegnato dallo scultore Andrea da Montefeltro

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L’antico Borgo di Monterone, ha finalmente un suo stemma araldico. Siamo in Toscana, in provincia di Arezzo, ad due passi  dell’antico municipio romano di Sestinum, oggi Sestino, seguendo il corso del fiume Foglia, su un colle, si staglia  una borgata che profuma di storia. Siamo in terra di confine, in un territorio che divide la Toscana dalle Marche, anticamente terra facente parte del Montefeltro. Il Borgo di Monterone che  prende il proprio nome proprio dalla vicinanza del fiume Foglia, da qui il nome Monterionis, e cioè “monte sopra il fiume”è una frazione del Comune di Sestino, una terra che in passato svolgeva un ruolo cruciale come avamposto e territorio cuscinetto. Il suo eccellente stato di conservazione e la sua genuina tranquillità, rendono questa borgata una piccola gemma dell’Italia Medioevale e uno dei borghi più caratteristici del Montefeltro Toscano. Lo Stemma del borgo diviene oggi a tutti gli effetti di proprietà del borgo e di tutti i suoi abitanti. Il Borgo, ora con il suo stemma registrato dal registro araldico nazionale e approvato  da Comune di Sestino, diviene a tutti gli effetti un elemento importante per l’intera comunità. Lo stemma, è stato disegnato dallo scultore Andrea da Montefeltro, premio della Pace dell’arte dell’ONU, al quale abbiamo posto una specifica domanda: “Ma uno stemma araldico oggi  che ruolo può avere e che importanza presenta?” Andrea ci ha risposto così: “Molti simboli che quotidianamente vengono utilizzati e che ci sono particolarmente familiari, sono in realtà il frutto di elementi e tradizioni molto antichi creati nel passato da artisti e signori connessi a precise origini storiche. Però non sempre è possibile compiere una ricostruzione dell’aspetto di origine,  questo a causa delle diverse vicende che investono i territori e che molto spesso in base ai conquistatori, potevano essere eliminati. Un esempio di questo, possiamo ritrovarlo nello sgraffiamento di tutti gli stemmi interni presenti nel Castello dei Conti Oliva a Piandimeleto, dove in seguito alle incursioni napoleoniche, vennero rimossi gli stemmi dei signori. Con perizia e fonti indirette però si può comunque ricostruire il passato, la simbologia degli araldici, infatti, è un’arte che cavalca i tempi e che resiste a volte anche ai suoi nemici. Uno stemma è importante perché quello che valeva un tempo vale ancora oggi, l’identità, la tradizione e la volontà di miglioramento sono alla base di uno stemma. Gli stemmi e gli araldici che pensiamo possano essere elementi del passato, in realtà vivono oggi più che mai, rivisitati e mutati e presenti ovunque. Basti pensare al curioso leoncino d’argento dritto sulle zampe presente sul cofano delle auto Peugeot, oppure basti pensare al motivo per cui in una stessa città, Milano, le strisce rossonere del Milan, si contrappongano proprio a quelle neroazzurre dell’Inter, ex ambrosiana. Basta ripercorrere il passato per trovare la risposta. Ad esempio il percorso delle strisce bicolore delle due celebri società calcistiche milanesi erano rispettivamente le due bandiere di altrettanti quartieri della Milano sforzesca alla fine del quattrocento. Quindi, l’araldica, viene da tutti usata quotidianamente in maniera inconscia, perché questi simboli sono impressi, nella memoria collettiva nel tempo come testimoni. Se però ci si appropria anche del significato dell’origine delle cose si può comprendere che, il simbolo araldico non è più solo un elemento grafico ma acquista un significato d’ispirazione e un destino per coloro che ne conoscono le radici. Certi simboli a noi familiari, presentano elementi storici e di tradizione antica, dal passato spesso illustre e con un codice simbolico preciso, ricco e affascinane da cui è possibile conoscere la storia di un luogo. Dunque, l’araldico e la sua arte, sono in grado di produrre effetti di grande eleganza e di pura bellezza, sicuramente motivo di crescita. E’ stato realizzato questo araldico con l’augurio che grazie al nuovo stemma del Borgo, ricco di colori che simboleggiano le tradizioni con qualità e virtù; tutta la comunità sappia usufruire tale stemma come segno di unione e fratellanza. Le comunità degli antichi borghi trovano un contesto fertile in queste iniziative, affinché l’unione possa essere forza, soprattutto quando le collettività siano consapevoli delle proprie radici storiche e che tali elementi possano essere da spunto per il miglioramento. Sulla nascita di questo nuovo elemento è intervenuta anche l’esperta d’arte internazionale Annalisa Di Maria la quale afferma: “i territori dell’entroterra sono i maggiori testimoni delle antiche culture e popoli che hanno abitato queste terre, per questo motivo vanno valorizzati e salvaguardati al fine di poter tramandare alle generazioni future, la storia e la cultura di coloro che ci hanno preceduto. L’antico territorio del Montefeltro, è testimone del passaggio di antiche famiglie che con la loro storia, hanno contribuito a rendere unici molti borghi. Monterone è un borgo che ha le sue radici già nel Medioevo, ma non si esclude vista la conformità territoriale, che il suo colle sul quale sorge, possa essere il frutto di precedenti e più antichi insediamenti. Si sa infatti come la città di Sestino nel I sec. a.c. fosse territorio romano e che prima di loro, il territorio fosse stato interessato anche dagli etruschi, piceni e galli senoni, testimonianza di questo furono appunto i ritrovamenti archeologici pre-romani fatti nel territorio.

Redazione
© Riproduzione riservata
22/12/2024 09:36:18


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