Bambini “supereroi” nel riconoscere i sintomi dell’ictus: al via il progetto aretino
Il progetto Fast Heroes approda nelle scuole primarie della Provincia di Arezzo
Riconoscere i sintomi dell’ictus e accrescere la consapevolezza di quanto sia importante intervenire tempestivamente. È questo l’obiettivo di Fast Heroes, un’iniziativa internazionale educativo-didattica, portata avanti in Italia da A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale), rivolta agli studenti delle scuole primarie per insegnare ai bambini a identificare il “trombo malefico” e agire in modo rapido chiamando il 112. Il progetto - promosso dai Dipartimenti Emergenza Urgenza e Educazione alla Salute della Asl Toscana sud est insieme all'Ufficio Scolastico Provinciale - stato presentato stamani all’Auditorium del San Donato e coinvolgerà gli Istituti Comprensivi della provincia di Arezzo.
I dati ci dicono che fino all'80% dei pazienti con ictus non riconosce i propri sintomi e non ritiene che la situazione sia abbastanza grave da agire rapidamente. Inoltre, circa la metà dei pazienti ha nipoti piccoli con cui trascorre almeno 2 pomeriggi a settimana: di qui l'idea che i bambini possano diventare veicoli dell'informazione, piccoli supereroi che aiutano i nonni. La campagna Fast Heroes prevede che nelle classi di tutta la provincia di Arezzo siano messe in campo diverse attività che insegnano ai bambini a individuare i tre sintomi più comuni dell’ictus: il lato del viso che improvvisamente cade, la perdita di motilità di in un braccio o di una gamba e la difficoltà nel parlare. Oltre a essere divertente per i bambini, il progetto mette a disposizione degli insegnanti un modo stimolante per affrontare in classe un argomento che riguarda la salute di molte persone e offrire ai bambini l’opportunità di fare la differenza per i propri Supernonni.
“I bambini possono essere di grande aiuto - spiega Simone Nocentini, responsabile di Area Dipartimentale Emergenza territoriale 118 -. Stimolare il loro interesse è un catalizzatore per le famiglie, e in particolare dei nonni, che per età sono i più esposti all’ictus. Per contrastare il fenomeno serve una grande tempestività nel riconoscere i sintomi e nell’intervento, dobbiamo essere quindi consapevoli che tutti noi siamo le prime sentinelle attive che mettono in moto la complessa macchina dei soccorsi”.
“Un ringraziamento particolare va all'Ufficio Scolastico Provinciale, alle e ai dirigenti scolastici e al corpo docente per il loro impegno e collaborazione fattiva - sottolinea Aniello Buccino, Responsabile Educazione alla Salute Dipartimento delle Professioni Tecnico Sanitarie, della Riabilitazione e della Prevenzione -. Grazie al lavoro sinergico è stato possibile offrire questo progetto a tutte le classi III, IV, V delle scuole primarie della provincia di Arezzo con l'obiettivo di aumentare la consapevolezza e fornire strumenti ai più piccoli e alle più piccole, alle loro famiglie e quindi alla comunità".
“È fondamentale il coinvolgimento diretto da parte degli studenti delle scuole primarie e dei docenti - commenta Lorenzo Pierazzi, dirigente dell’ufficio di ambito scolastico territoriale di Arezzo -. Se adeguatamente stimolati, i bambini possono comprendere la patologia associata all’ictus e sviluppare una maggiore empatia oltreché essere un supporto fattivo. Informazione e prevenzione rappresentano due strumenti molto importanti, attraverso i quali è possibile fronteggiare e combattere al meglio ogni ostacolo”.
Sempre stamani mattina è stata presentata la Prima Olimpiade di BLSD, che si terrà domani 29 ottobre nella palestra Mecenate di Arezzo a partire dalle 9:30. Una sfida tra studenti del istituti secondari di 1° e 2° grado della provincia a chi fa il massaggio cardiaco migliore. Una iniziativa nata dalla collaborazione tra la Centrale Emergenza Sanitaria della Asl Toscana sud est, l’Ufficio scolastico provinciale e il Centro Etrusco in occasione del decimo anniversario del “Progetto Arezzo cuore scuola”.
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