Ancora discussioni e critiche sulla stazione di Medioetruria in località Creti
Continua il "tira e molla" tra Regione Umbria e Regione Toscana
Le recenti dichiarazioni del Ministero dei Trasporti relative all'avvio della progettazione preliminare della stazione Medioetruria in località Creti, lungo la Direttissima Roma-Firenze, hanno nuovamente generato discussioni e critiche. Tale scelta fortemente penalizzante per la Provincia di Arezzo (una delle più industrializzate della Toscana),oltre che da considerazioni tecniche, trae origine da alcune valutazioni di natura economica da tempo formulate dalla Regione Umbria.
I servizi Frecciarossa, instradati (in via sperimentale dal 2018) lungo la direttrice Torino-Milano-Bologna-Firenze con diramazione per il nodo di Arezzo verso Perugia, risultano, come costo (circa 600.000 euro annui secondo rilevazioni del 2023), quasi interamente a carico di questa Regione.
Trattandosi infatti di servizi a mercato non sono previsti né sgravi o incentivi.
Volendo alleggerire le spese in bilancio, i membri della Giunta regionale umbra hanno preferito "esternalizzare" tale servizio proponendo una fermata per questi treni nella limitrofa Regione Toscana presso Creti accessibile mediante il raccordo Perugia-Bettolle appositamente munito di una bretella (da progettare) verso il nuovo scalo.
Grazie a questa soluzione l'Umbria accede alla rete per l'Alta Velocità senza "oneri aggiuntivi".
I governatori della Regione Toscana hanno immediatamente reso nota la loro opposizione a questo progetto.
Oltre a valutazioni di ordine tecnico come l'assenza di condizioni per uno scambio ferro-ferro (possibile nell'ipotesi Rigutino), sono emersi dubbi circa l'opportunità di porre una stazione in un territorio, quale quello di Creti che, specialmente in prossimità delle località di Foiano della Chiana e Cortona, non appare del tutto esente da rischi idrogeologici.
I necessari interventi infrastrutturali per unire la nuova fermata con la rete viaria esistente (anche in direzione Siena) graverebbero inoltre come spesa finanziaria, salvo stanziamenti statali o altro, in buona parte sul bilancio regionale toscano.
In simili condizioni qualsiasi accordo tra Giunte regionali appare remoto.
La soluzione "esterna" alla rete ferroviaria dell'Umbria suscita perplessità anche in non pochi abitanti dell'omonima Regione per i quali si prospetta un pendolarismo continuo su veicoli stradali per distanze comprese tra I 48 ed i 60 km copribili, mediamente, in circa un ora di viaggio.
Consapevoli di queste criticità, alcuni gruppi di cittadini umbri hanno proposto soluzioni in loco , come il progetto Stazione Fontivegge, per usufruire dei servizi ad Alta Velocità. Per quanto non irragionevoli, simili opzioni richiedono una rivalutazione (essenzialmente in termini di ammodernamento) dell'intera rete regionale con particolare attenzione alle sezioni di connessione con Orte (per I collegamenti con il centro-sud d'Italia) e soprattutto con Arezzo (per I collegamenti con il centro-nord d'Italia). In quest'ultimo percorso ferroviario riprende forma e valore anche l'ipotesi Rigutino declinabile sia come punto di scambio tra regionali e treni AV che come fermata integrativa (per acquisire più passeggeri) lungo la linea convenzionale per convogli AV aventi come origine e/o destinazione Perugia.
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