Le sei regine dell'Oktoberfest: senza di loro non c'è festa
La festa della birra più famosa d'Europa e forse del mondo
Arriva l'autunno e come tutti gli anni il saluto all'estate che termina viene scandito in Baviera dall'Oktoberfest. E come ogni anno, decine di migliaia di visitatori da tutto il mondo, e molti dall'Italia, raggiungono Monaco e altri centri per partecipare alla più iconica delle feste della birra. Tutto aumenta e così i boccali, che costano mediamente il 4 per cento in più dell'anno scorso, ma questo non impedirà ad appassionati di birra, di cultura tedesca e del modo entusiasta e ordinato in cui viene gestito l'evento, di invadere felicemente la Baviera. Si comincia il 21 settembre e si prosegue fino al 6 ottobre. Ed è un evento che vede sparire da fusti e boccali fino a quasi 7 milioni di litri di birra.
Le sette regine dell'Oktoberfest
Come ben sa chi ci è già stato, l'Oktoberfest funziona con pochissime ma solide regole. Si beve, si entra finché c'è posto e se no si resta fuori, tante risate, si canta e si può ballare a ritmo ma senza ubriachezza molesta o scene indegne, perché a quel punto c'è chi fa allontanare i disturbatori e si sincera che non rimettano più piede nei padiglioni dove la gente si gode l'evento. E all'interno delle varie tende e degli altri spazi allestiti a Monaco, si bevono solo le sei regine. Cioè le birre prodotte apposta per la Oktoberfest dai grandi marchi autorizzati per l'occasuone. Ed eccole, con le loro caratteristiche. La regina fra le regine è la Hofbrau, bevuta nel tendone da diecimila posti che è il più grande dell'intera Oktoberfest. Birra corposa, con oltre 6 gradi di gradazione alcolica. Poco sotto questa gradazione ecco la Lowenbrau, prodotta dal più grande birrificio locale. La Hacker-Pschorr ha la caratteristica del tappo richiudibile, sta al 6% di tasso alcolico ed è più fruttata, dolce e beverina. La Paulaner è stata promossa più di recente fra le sei birre dell'Oktoberfest, anche qui in Italia la conosciamo bene, gradevole e "liscia" al palato ma con un corpo e una persistenza al palato di tutto rispetto. La "nonna" di queste birre è la Augustiner, prodotta a Monaco dagli agostiniani fin dal 1328, affinata e spillata da botti di legno. Infine ecco la birra Spaten, la più leggera e a portata di tutti, con una gradazione del 5,9%, la classica birra di Monaco con cui rompere il ghiaccio per poi avventurarsi in degustazioni e bevute più impegnative.
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