Bollette della luce, da luglio cambia il mercato. Ma attenti alle truffe: i consigli utili
Cambia il mercato della luce e salgono pressing e rischi
L'ultima scadenza è fissata per il 30 giugno. E' l'appuntamento per i cittadini che hanno scelto già il mercato libero ma vogliono tornare indietro per prendere il 'treno' del mercato a tutele graduali. Un mercato nel quale la concorrenza delle prime aste ha portato ad una riduzione delle tariffe delle bollette della luce. Poi da luglio per l'elettrico finisce l'era del mercato tutelato. Rimarrà solo per alcuni 'vulnerabili'. Per tutti gli altri si apre il passaggio graduale alla concorrenza. Una maggiore competitività che tutti sperano possa portare, come è accaduto per la telefonia, ad una riduzione complessiva delle bollette. Per ora il passaggio appare 'morbido' con molti automatismi studiati dal legislatore e dall'Arera, l'Autorità che vigila sul settore dell'energia. Non ci saranno sorprese negative. Giovedì l'Arera diffonderà l'adeguamento dei prezzi delle bollette della luce secondo le vecchie regole e ricorderà l'arrivo delle nuove.
"Quello di giovedì - dice il presidente Stefano Besseghini - sarà l'ultimo aggiornamento trimestrale per come li abbiamo conosciuti fino ad oggi, ma nei fatti non cambia molto. I clienti domestici che oggi sono in 'maggior tutela', passeranno automaticamente in 'tutele graduali' senza far nulla e non dovranno far nulla neanche i cittadini vulnerabili, che resteranno nel regime di tutela. Solo chi è nel libero e desiderasse rientrare in 'maggior tutela', per poi essere trasferito come gli altri alle 'tutele graduali', dovrà affrettarsi a chiederlo entro il 30 giugno. I meccanismi sui quali come Autorità abbiamo lavorato in questi mesi, puntavano proprio a rendere più automatici possibile i passaggi e devo registrare con soddisfazione che questo sta avvenendo".
Per chi ha già scelto il mercato libero la possibilità di scegliere entro il 30 giugno di tornare al tutelato è un'opportunità. Si riesce così ad agganciare il servizio a 'tutele graduali' nel quale si passa automaticamente. Questo funziona per aree geografiche e le società elettriche, per accaparrarsi gli utenti nell'asta che si è svolta qualche mese fa, si sono date battaglia ed hanno abbassato le tariffe. E' questa una fase di transizione, che durerà poco meno di tre anni, dal 1 luglio 2024 al 31 marzo 2027, durante la quale ogni cliente verrà assegnato al venditore selezionato dall'Arera nell'area geografica in cui si trova.
Il servizio a tutele graduali "presenta vantaggi sia economici, sia contrattuali", spiega il presidente dell'associazione Consumerismo Luigi Gabriele. Per gli utenti che rientrano in questo servizio "è stato calcolato un risparmio in termini di denaro di 130 euro all'anno. - aggiunge Gabriele - Inoltre, nel servizio a tutele graduali il contratto è determinato dalle condizioni date dall'autorità, qui nessuno può rifiutarsi di rifornirmi, al contrario del mercato libero".
Il passaggio alle "tutele graduali" è vantaggioso
Il fatto che il passaggio alle 'tutele graduali' sia vantaggioso lo sostiene anche Assoutenti. Che parla addirittura di un risparmio annuo di 297 euro. E critica l'assenza di una campagna informativa che racconti questa convenienza. "I numeri forniti da Arera - spiegano i consumatori - certificano come a maggio 2024 solo 13.823 utenti abbiano abbandonato il mercato libero per rientrare nel mercato tutelato (7.752 ad aprile, 5.239 a marzo)". Pochi visto il risparmio atteso. Se chi è ora nel mercato libero può scegliere di agganciare le 'tutele graduali', niente dovrà fare chi è già nel mercato tutelato. Dentro questa categoria rimarranno infatti i clienti domestici vulnerabili. Chi sono? Gli over 75, coloro che usano apparecchi elettromedicali o abitano su isole non interconnesse, chi ha disabilità, chi avendo un reddito basso percepisce bonus sociali. Loro continueranno ad essere serviti nella maggior tutela anche dopo il 1 luglio 2024.
Ma la direzione è chiara. Milioni di italiani passeranno gradualmente dal mercato tutelato dell'energia a quello libero.
Ovvio che aumentano le chiamate dei call center, interessati ad attrarre potenziali nuovi clienti. In questo clima di incertezza, si rivela fondamentale prestare attenzione alle pubblicità ingannevoli e alle truffe. Proprio per questo l'Arera, insieme all'Antitrust, ha promosso una campagna chiamata "Difenditi così". Importante è tenere a mente, per esempio, che l'operatore che chiama deve sempre identificarsi e che non si è obbligati a concludere il contratto per telefono, ma che è sempre possibile concordare più appuntamenti.
Da telemarketing a porta a porta, occhio alle truffe
Prima cosa da sapere: nessuno vi staccherà la luce per il cambiamento sul mercato elettrico che prevede la fine del mercato tutelato o vi imporrà di passare al mercato libero. Seconda cosa: mai sottoscrivere un contratto rapidamente, mai avere fretta. Terzo: se vi accorgete di aver attivato un contratto avrete comunque 14 giorni dalla firme per cancellarlo con il diritto di recesso senza dover indicare alcuna motivazione. Quarto: non date la vostra bolletta in mano ad un estraneo perché alcuni dei numeri che vi vengono riportati possono servire per attivare un contratto a vostra insaputa. Sono questi quattro consigli utili in vista del passaggio che segna la fine del mercato tutelato. Tutti sappiamo che qualche cambiamento è in arrivo e sulle nostre insicurezze si insinua chi vuole proporci un nuovo contratto "più conveniente" e "adatto a noi", per telefono o bussando alla nostra porta. Le tecniche per convincerci possono essere molte: talvolta la gentilezza, altre un pressing aggressivo. Il rischio di prendere una bufala o di incappare in una vera e propria truffa può essere dietro l'angolo. Ecco allora qualche consiglio sulle cose da non fare.
Il telemarketing è una pratica alla quale siamo abituati
Il problema è se forniamo indicazioni per farci attivare un contratto a nostra insaputa. Ecco allora che non bisogna mai pronunciare la parola 'sì' al telefono. Sembra impossibile ma, come ci avvisa anche l'Autorità del settore, il nostro assenso può essere usato per formulare l'accettazione di una proposta truffaldina. Le domande tranello sono molte: 'ha avuto un aumento della bolletta?", "E' lei Mario Rossi?". La cosa migliore è rispondere con un'altra domanda come ad esempio: "perché me lo chiede?". Se poi non siete proprio interessati potete tagliar corto: "mi dispiace non ho tempo".
C'è poi un numero della nostra bolletta elettrica (ma anche su quella del gas) che non va fornito al telefono. E' il Pod, un numeretto di 12 cifre che rappresenta la sigla di Point of Delivery. Per il gas si chiama invece Pdr. In pratica identifica il vostro punto di allaccio, il vostro contatore, ed è quello che serve per attivare un contratto. E' sulla bolletta e per questo non va inviata o fatta vedere al venditore porta a porta che magari la chiede dicendo che vuole farvi un'offerta più adeguata ai vostri consumi.
Chi vi chiama o vi bussa alla porta, poi, dovrebbe rispettare delle regole, che hanno sottoscritto coloro che fanno telemarketing o contratti. Vanno fornite tutte le indicazioni, va spedito il contratto. Avrete quindi il tempo per farvi consigliare o per capire bene cosa state firmando. Mai farlo di fretta. E in ogni caso c'è il diritto di recesso. Il nuovo contratto firmato vi deve essere inviato in qualche modo e dal momento della firma avete 14 giorni per il recesso, senza dover fornire alcuna motivazione. Si può anche fare una denuncia all'Arera, che può comminare multe pesanti, o fare un disconoscimento della firma, ovviamente meglio se con l'ausilio di un'associazione di consumatori.
Poi ci sono le regole. Chi bussa alla porta dovrebbe avere a vista un tesserino identificativo (ma attenzione che anche questo può essere posticcio). Invece chi vi chiama a casa non può farlo dopo le 20 e prima delle 8. Se proprio non si vuole essere disturbati, infine, si può segnare la propria utenza telefonica al 'registro delle opposizioni', via web o al telefono. Entro 30 giorni le società che in Italia fanno teleselling (ma non quelle dall'estero) dovranno depennarvi dai propri elenchi e dovranno farlo anche se nel passato avete concesso un'autorizzazione a ricevere pubblicità.
Commenta per primo.