Coinvolgente lectio magistralis di Massimo Mercati al “Fanfani-Camaiti”

La mattinata si è conclusa con l’inaugurazione della nuova serra didattica
Interesse, entusiasmo , partecipazione e applausi per la lectio magistralis “L’impresa come sistema vivente” che Massimo Mercati, amministratore delegato di Aboca e presidente delle farmacie comunali di Firenze, ha tenuto il 15 dicembre,presso la sede centrale dell’Istituto Onnicomprensivo “Fanfani-Camaiti” a Pieve S. Stefano. L’evento, moderato dal prof. Andrea Alberti, si è aperto con gli interventi istituzionali di Claudio Marcelli, sindaco di Pieve S. Stefano e Marida Brogialdi, sindaco di Caprese Michelangelo. Il dirigente scolastico Giuseppe De Iasi nell’introdurre l’intervento di Massimo Mercati, ha rimarcato il ruolo della scuola nella divulgazione e nella promozione del dibattito culturale, per gli studenti e la comunità.
“L’impresa come sistema vivente” è il titolo del saggio che lo stesso Mercatiha pubblicato nel 2020 nella collana International “Lectures on Nature and Human Ecology” delle Edizioni Aboca, una sorta di collettore della sua innovativa idea di impresa sostenuto da una solida bibliografia. Nel corso della sua brillante dissertazione, che ha avvinto e più volte chiamato in causa il pubblico di cui facevano parte anche la seconda e terza media di Caprese, la terza media di Pieve S. Stefano e le classi quinte del Forestale, dell’ Agrario e dell’Alberghiero, Mercati ha chiarito come non sia più attuale un modello di crescita illimitata basato esclusivamente su profitto, consumi e Pil. È invece necessario riconsiderare l’impresa come un sistema vivente, non autoreferenziale ma necessariamente interdipendente dal contesto in cui opera, con funzione economico-sociale; non solo generatrice di profitto, ma generatrice di valore e crescita culturale interna e per la comunità. Oggil’impresa va ripensata come organizzazione sociale e comunità tra le comunità, votata al bene comune e attenta all’impatto su ambiente e società, nell’ottica di una vera sostenibilità e del fare rete con obiettivi concreti, comuni, condivisi. L’esempio da seguire per questa riorganizzazione è la natura, l’intelligenza naturale, basata non sul concetto di crescita illimitata, ma sull’equilibrio tra crescita e decrescita e soprattutto sulle reti, sull’interconnessione, sulle relazioni tra le parti e tra le parti e il tutto. Vengono riconfigurati cosi anche il ruolo del manager e della vita aziendale: si lavora sul valore e la soddisfazione dei singoli e sulla costruzione delle relazioni, del contesto, monitorando il processo. L’organigramma viene idealmente ribaltato: non più piramide, ma albero dalle ramificazioni virtuose, laddove la dirigenza non domina, ma si fa base, radice e linfa per permettere agli altri di raggiungere l’obiettivo ultimo. Il cambiamento può avvenire soltanto se si lavora alle radici. Si lavora perché c’è un fine a cui tutti miriamo, non solo il profitto, ma il bene della comunità. Molte le domande del pubblico, cui Mercati ha risposto con puntualità. Interessanti le domande di studenti e studentesse, molto attenti e curiosi di conoscere la traduzione pratica in azienda e in generale nella realtà dei principi esposti. Mercati ha indicato tre cardini: coerenza (mantenere le promesse), umiltà (essere aperti al confronto) e lavoro (quantità e soprattutto qualità, utilizzare meglio le risorse). Ha portato poi alcuni esempi: l’impresa si dà degli obblighi per il bene comune da rendicontare, fa formazione interna costante, investe in ricerca e divulgazione, pubblicazioni, spettacoli e rivede le modalità gestionali, con un lavoro pressoché infinito. Il prof. Alberti ha chiuso il dibattito considerando la necessità concreta del cambiamento, riflettendo su un paradosso: creiamo parchi per difendere quella natura che noi stessi minacciamo, come se noi non ne facessimo parte; bisogna invece pensare che la natura non ci appartiene, ma noi apparteniamo alla natura. Il coffee break preparato e servito con cura e professionalità dalla 3AC e 3BS dell’Alberghiero di Caprese, guidate dai docenti Lanzi e Santucci, ha deliziato occhi e palato dei presenti.
La mattinata si è conclusa con un altro evento importante, in particolare per l’istituto Forestale e Agrario di Pieve S. Stefano che era presente con tutte le classi: l’inaugurazione della nuova serra. Climatizzata e dotata disistema di recupero delle acque meteoriche, riutilizzate poi per l’irrigazione e in parte per la coltivazione idroponica, come ha spiegato il vice preside Marco Presenti, sarà un ulteriore arricchimento della didattica. Taglio del nastro eseguito dal sindaco Marcelli con Massimo Mercati e il preside De Iasi.
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