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Risuona il Liuto nel castello di Monterone

Visite guidate al piccolo ma straordinario museo delle liuterie

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Torna a risuonare  a piene  note il Liuto nello storico castello di Monterone, già denominato dalla  amministrazione comunale, nel 2005, “Castello del Liuto”. Quest’anno  forse con  una curiosità in più, perchè la sede del Museo  delle liuterie e del concerto finale del “Masterclass” – il 7 ottobre, alle ore 18  - sono in una  antica, recuperata abitazione, i cui emblemi, incastrati nelle mura, hanno trovato  spiegazioni con uno studio di F. V. Lombardi, presentato appunto a Monterone al  convegno  di “Studi Montefeltrani”.

Il programma delle giornate comprende visite  guidate al piccolo ma  straordinario museo delle liuterie e un concerto di musiche del ‘500  e  del ‘600  come atto finale del Masterclass. Fa  bella mostra il Liuto antico di Joseph Hellmer, Fùssen, 1601, accanto ad una esposizione di liuti dal laboratorio di Nico van der Waals, anima di tutto ciò insieme e  Sigrun  Richter. Da  oltre  trenta  anni il liuto  attira giovani, docenti, ammiratori di questa musica strumentale, così lontana dalla musica moderna. Ma essa non è “inutile”. Come la  storia, l’architettura, l’archeologia, e altro, la musica ha un  suo corso nella storia dell’uomo e delle civiltà e la musica rinascimentale fa parte indelebile anche del nostro essere “sestinesi di Toscana” -  già  sudditi dei Medici - del Rinascimento italiano, delle attività che hanno caratterizzato religiosità e attività manuali delle nostre popolazioni. E Monterone ne è - si può  dire- un vero testimone, perché basta entrare nella  sua bella chiesa parrocchiale per ammirare un quadro del fiorentino Mascagni, con attorno  all’Assunta angeli  musicanti  con “liuterie”.

La  presenza di questa attività artistica a Monterone ha portato attrattive e turismo nei periodi attivi,  dando valore anche all’ostello della  Gioventù. Si è inserita  anche – periodicamente – in attività locali: scolastiche, convegni intervallati da musica rinascimentale, collaborazione per documentari  prodotti per la RAI.

Molto  ancora  può essere fatto, sia  con le scuole,  sia con  programmi che allaccino località italiane ed  europee -  come  era stato avviato qualche stagione addietro - che curano aspetti storico-culturali. Oggi  abbiamo anche ad Anghiari una scuola superiore che opera nel settore degli  strumenti musicali e tra i due “poli” potrebbero nascere occasioni collaborative notevoli.

Riflettere  su tutto ciò - oggi - significa  anche approfondire quel programma  per la “Capitale  della  Cultura”,  cui i vari comuni valtiberini  lavorano con specifica alacrità.

(Giancarlo  Renzi )

Redazione
© Riproduzione riservata
05/10/2023 12:38:40


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