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Fenomeni odorigini ad Arezzo: parla la maggioranza dopo il consiglio comunale

L'opposizione si é presentata a ranghi ridotti e i cittadini sono usciti dall'aula

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“Si è appena concluso un Consiglio comunale aperto ai cittadini su un tema molto importante e partecipato nel quale i relatori hanno potuto esprimere apertamente le loro argomentazioni, ma segnato da un finale non consono con lo spirito della convocazione a causa dell'uscita dei cittadini dall'aula. Ed è un vero peccato perchè la dettagliata esposizione del sindaco ha fatto chiarezza su tutti i punti argomentati dai relatori in aula. A ciò aggiungiamo che se la maggioranza non fosse stata presente nella sua quasi totale completezza questo consiglio comunale - vanificato da un esposto - non si sarebbe svolto. L'opposizione, infatti, il consiglio lo ha chiesto ma poi si è presentata a ranghi ridotti e nonostante le telefonate riparatorie quasi la metà dei richiedenti non era in aula a dimostrazione del disinteresse totale. La maggioranza che sostiene il sindaco - a cui va il nostro pieno appoggio e ringraziamento- nonostante avesse chiaro fin dall'inizio il volere di alcuni, ha deciso di stare in aula per dare ai cittadini, i più, modo di esprimere il proprio disagio. Un disagio che conosciamo e di cui il sindaco e le forza di maggioranza si stanno facendo carico pienamente. Tutti i consiglieri di maggioranza restano a disposizione dei cittadini che correttamente si vorranno interfacciare con le istituzioni per affrontare una materia ritenuta importante e che come tale va affrontata con serietà e competenza”.

 

Sono stati 16 i cittadini che hanno preso la parola in aula consiliare per esporre il problema dei cattivi odori diffusi che stanno interessando il perimetro del territorio comprendente le frazioni di Chiani, San Giuliano, Ruscello, Poggiola, Battifolle, Olmo, San Zeno.

I temi toccati negli interventi sono stati la durata oramai pluriennale del fenomeno senza che venga posto rimedio; la difficoltà di convivere a finestre chiuse con le ricorrenti temperature estive molto calde; le continue segnalazioni senza esito che i cittadini hanno fatto nel corso dei mesi; gli eventi organizzati al termovalorizzatore di Aisa impianti che indorano la pillola e distolgono l’attenzione dal vero problema dei cattivi odori che proseguono di notte e penetrano nelle stanze perfino con gli infissi chiusi; il timore che tutto ciò abbia effetti nocivi per i prodotti degli orti, l’acqua dei pozzi e la salute umana, dalla lacrimazione degli occhi all’irritazione delle vie respiratorie; il quadro poco chiaro che emerge sull’origine dei cattivi odori, dai risultati dei controlli, sulle quantità di rifiuti conferiti e dalle dichiarazioni contraddittorie dell’amministrazione comunale; il deprezzamento sul mercato immobiliare degli appartamenti e delle case che si trovano nelle zone coinvolte; la forzata reclusione di adulti e minori, con conseguenze fisiche e psicologiche, nelle rispettive abitazioni per la difficoltà a stare all’aperto respirando un’aria insopportabile; il rischio ulteriore d’impatto ambientale e paesaggistico che deriverà dalla realizzazione delle due preannunciate bretelle stradali di collegamento con la E78; il paventato raddoppio del termovalorizzatore destinato ad allargare all’intero Comune le attuali criticità.

I capigruppo consiliari intervenuti sono stati Michele Menchetti, Marco Donati, Francesco Romizi, Donato Caporali.

Per Michele Menchetti “l’odierno Consiglio Comunale doveva essere convocato prima di settembre, almeno in piena estate. La richiesta delle opposizioni, d’altronde, risale a luglio. All’assemblea dei cittadini convocata a Chiani sono rimasto colpito dall’assenza del sindaco e della politica. Vi consiglio di vigilare sulle parole rassicuranti che oggi verranno pronunciate, tipo filtri miracolosi e gestione efficiente dell’umido. Per non parlare dello studio olfattometrico annunciato: chissà quando produrrà risultati”.

Per Marco Donati “nonostante la situazione difficile raccontata con grande compostezza dai cittadini, questo Consiglio Comunale torna finalmente ad animarsi. L’idea di ritenere il rifiuto una risorsa è sempre stata portata avanti da questa amministrazione. Quello che però abbiamo raccolto stasera è il fallimento di questa strategia. C’è stato un periodo in cui i cittadini ci hanno chiesto di non cavalcare la questione perché contavano di essere ascoltati dopo di che, esperito inutilmente questo tentativo, ci hanno convolto e abbiamo cominciato a segnalare il problema in Consiglio Comunale con alcune interrogazioni specifiche. Quello che non riesco a spiegarmi è perché la giunta si sia nascosta in questi anni. Io invece intendo parlare di politica: la senatrice Simona Petrucci, eletta nel 2022 dopo la sua esperienza amministrativa a Grosseto, è venuta a dirci che il termovalorizzatore è un’eccellenza italiana e che lei avrebbe rappresentato questo territorio. Quanti sono i problemi risolti? Dobbiamo prendere atto del fallimento della politica sui rifiuti e dello scollamento tra cittadini e istituzioni. Chiedo chiarezza sia sui 60.000 euro spesi per lo studio olfattometrico sia sui concerti organizzati al termovalorizzatore che mostrano come si lavori più sull’immagine che sui contenuti”.

Per Francesco Romizi “è curioso come il sindaco abbia convocato prima del Consiglio Comunale una conferenza stampa per ‘lesa maestà’ a seguito di un esposto alla procura contro ignoti. Dov’è il problema? Si tratta di un procedimento legittimo e normale. La salute viene prima dei soldi e a costo di generare un ammanco ad Aisa si deve risolvere il problema e arginare un disagio. Specialmente nel 2023 con le tecnologie e le risorse a disposizione”.

Donato Caporali: “sono anni che i cittadini stanno male. Questo è il tema: una qualità della vita rovinata. La mia prima interrogazione è del settembre 2022, la questione era dunque nota da tempo. Il compito di un’amministrazione dovrebbe essere: garantire una vita migliore e non peggiore. La logica del palazzo chiuso in se stesso è una strategia antiquata e inevitabilmente le conseguenze di decisioni non condivise ricadono sulla popolazione. Quali investimenti sono stati fatti? Abbiamo una quota d’imposta cosiddetta di ‘disagio ambientale’ che dovrebbe essere destinata a chi soffre della presenza di un impianto vicino alle abitazioni e non per calmierare orizzontalmente la Tari. Non si fa un controllo o uno studio una tantum per vedere come va nel 2023 ma occorre un piano di lungo periodo che eviti fra due anni di ricominciare da capo”.

A conclusione del dibattito ha parlato il sindaco Alessandro Ghinelli. L’intervento è oggetto di un separato comunicato.

Redazione
© Riproduzione riservata
22/09/2023 07:11:23


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