Achille Lauro “blasfemo” a Sanremo, il gesto del battesimo fa arrabbiare i cattolici
Ma i Papaboys lo difendono. Dura replica del vescovo di Sanremo
Blasfemo, vergognoso. Penoso. Inaccettabile. Più che benedetto, Achille Lauro viene crocifisso per la sua performance. Primo a esibirsi, l'artista romano – a petto nudo con indosso solo dei pantaloni di pelle – canta Domenica, accompagnato dal coro ghospel, scatenando la rabbia dei cattolici. Nel finale del suo show inscena un battesimo facendosi cadere dell'acqua sul volto da una grande conchiglia. Un show che fa storcere il naso a svariati vescovi e preti. Il vescovo di Sanremo Antonio Suetta, solo poche ore prima, aveva invitato a «moderazione nelle ideologie, mode e costumi», valori che secondo lui sono mancati nelle scorse edizioni: «Si può proporre buona musica, si può esprimere arte e si può divertire rimanendo dentro dei limiti che devono comunque rispettare quella che è la fisionomia del nostro Paese, della nostra società e della nostra storia. Negli ultimi anni, purtroppo, questo non è accaduto».
Ma Achille Laura ama la provocazione, anche se non la ricerca a tutti costi. Per lui nell’arte vale tutto e uno spettacolo non può porsi limiti. Un’idea incomprensibile per Suetta: «Mi auguro che la gente si attivi per non pagare più il canone Rai. Non possiamo, infatti, trovarci di fronte a un canone obbligatorio sulla bolletta della luce, per poi essere offesi a domicilio. E questo sarebbe servizio pubblico? Dite pure la vostra opinione, qualunque essa sia, ma non offendete per favore».
Più che su Lauro, il vescovo di Sanremo punta il dito contro la Rai: «La colpa è di chi gli consente simili rappresentazioni: il servizio pubblico e un direttore artistico. Qualunque altro attacco contro una realtà religiosa, istituzionale o civile, sarebbe stato giustamente impedito. Non si sarebbe accettato uno scempio fatto contro le istituzioni dello Stato, simboli civili e argomenti sensibili». Non è felice, come si intuisce dal suo tweet, nemmeno il cardinale Gianfranco Ravasi: «II Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio. Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d'immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso». Al coro si aggiunge Mario Adinolfi: «Non ce l'ho con Achille Lauro, lui fa marketing. Il direttore di Rai 1 Coletta da anni gioca a questo gioco, ma ora diventa responsabilità dei nuovi vertici Rai, a cui chiedo conto. Il nuovo presidente, il nuovo amministratore delegato dove sono? La presidente era presente, seduta in prima fila all'Ariston, non ha nulla da dirci? Non ha nulla da dire a a sette milioni di cattolici praticanti che vanno a messa tutte le domeniche». Una strategia per fare ascolti che, secondo Adinolfi – Viale Mazzini permette: «Qui la cosa veramente grave è che se Achille Lauro avesse proposto uno schema del genere vestito col turbante per ricordare il profeta Maometto, o portando la kippah ebraica, i dirigenti della Rai lo avrebbero immediatamente fermato».
Tra le fila dei cattolici c’è chi ragiona diversamente. Don Carmelo La Magra, ex parroco di Lampedusa, e attualmente sacerdote a Racalmuto, invita a preoccuparsi dei problemi veri: «Ma è possibile che tutta la cattolicità vi viene fuori quando canta Achille Lauro? Scandalizzatevi per altro e fatevela una risata ogni tanto!». I Papaboys difendono Achille: «Non si tocca. Il satanismo è altro».
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