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Pesante calo delle nascite in Umbria

Tra le cause la pandemia e la crisi economica

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Dai dati indicati nell’ultimo report dell’Istat relativo a natalità e fecondità in Italia, l’Umbria é la regione del Centro Italia in cui, nel 2020, si è registrato il più pesante calo delle nascite rispetto al 2008, anno dal quale è iniziata una discesa che non sembra arrestarsi e sulla quale, negli ultimi mesi, ha pesato anche la pandemia. Il 2008 in Umbria come in gran parte del paese ha rappresentato il picco in termini di nascite: 8.271 quelle registrate nella regione nell’anno segnato dall’inizio della crisi economica; una cifra che nel 2020 è scesa di oltre tremila unità: 5.268. In termini percentuali si tratta del 41,6 per cento in meno, il dato peggiore delle regioni del Centro, dove in media la flessione è stata del 36,8 per cento. Il calo, evidenzia l’Istat parlando del quadro nazionale, «testimonia la difficoltà che hanno le coppie, soprattutto le più giovani, nel formare una nuova famiglia con figli; problematica diversa rispetto all’inizio del millennio quando la criticità riguardava soprattutto il passaggio dal primo al secondo figlio». Una denatalità proseguita anche nel 2021 e sulla quale, ovviamente, ha pesato anche la pandemia. Stando ai dati provvisori riferiti al periodo gennaio-ottobre, in tutta Italia il calo delle nascite è stato doppio rispetto allo stesso periodo del 2020: «Tale forte diminuzione – nota Istat – è da mettere in relazione al dispiegarsi degli effetti negativi innescati dall’epidemia da Covid-19, che nel solo mese di gennaio 2021 ha fatto registrare il maggiore calo di sempre (quasi 5 mila nati in meno, -13,6%)». Nel 2020 inoltre ci sono state ulteriori conferme riguardo a fenomeni ormai strutturali e che non riguardano di certo solo l’Umbria. Nell’anno della pandemia il 41,7 per cento dei bambini è nato fuori dal matrimonio; nel 2000 si parlava invece del 7 per cento e, nel 2010, del 20 per cento. Gli ultimi vent’anni sono stati anche quelli in cui si sono pienamente dispiegati gli effetti dell’immigrazione; fenomeno con cui l’Italia si confronta da meno tempo rispetto a quanto avvenuto in diversi paesi europei. Nel 2020 908 bimbi (il 17 per cento del totale) avevano cittadinanza straniera mentre nel 2001 erano 576, meno del 9 per cento del totale. Anche in questo caso però i numeri sono in calo: nel 2005 infatti i bimbi con cittadinanza straniera erano 1.180, 1.471 nel 2010 e 1.205 nel 2015.

Notizia tratta dal Corriere dell'Umbria
© Riproduzione riservata
13/01/2022 07:18:03


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