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Emigrati scrivono di Sestino

Due libri scritti da persone vissute in questo comune

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Non capita spesso, ma capita che il paese di origine venga “rivissuto” e riproposto con la penna da coloro che per vari motivi se ne sono allontanati. Due aspetti, così, vengono ad incidere: la letteratura come memoria e la storia dell’emigrazione, che ci riporta al mondo dei migranti moderni.

Sono usciti, tra estate e autunno, due interessanti volumi: “Il Sentiero della vita”, di Luciano Sacchi e “Diventare pilota. Il sogno di un ragazzo”, di Valerio Lazzerini. Ma si potrebbe aggiungere: Lino Tognarini, con un libro “vecchio” ormai di un anno, di famiglia vissuta sui confini Sestino-Miratoio di Pennabilli, volata via presto verso la Francia.

Sacchi, originario di Monterone  ma emigrato a Genova, dove  ha svolto vari lavori e attualmente vive dopo aver fatto l’autista  di  autobus, con uno stile  “bizzarro” e quasi ermeneutico, racconta con  tanti minimi particolari le sue giornate bambine trascorse a Monterone, un castello che ancora lo affascina e che delle  sue torri si avvale per “farsi  raccontare”  la vita - anzi, le giornate, le loro ore, i minuti - di un mondo  famigliare e contadino, che oggi  sembra - a leggerlo - un viaggio nella preistoria. Vi ritorna ogni tanto e ogni volta non è solo un ricercare voci famigliari ma un rivivere una “vita” che gli ha “graffiato” il cuore. La vita, appunto, è come un sentiero che percorri nel tempo e nello spazio con stagioni diverse, e che più avanzi più ti allontani geograficamente da quella culla a dondolo, collocata accanto al camino, vicino alla “spianatoia” della nonna Amabile intenta ad abbrustolire una manciata di orzo, più di essa torni a sognare.

Valerio Lazzerini ha un raccontare diverso, nello stile, ma collimante con il tuffo nella vita giovanile del paese di origine, anche se guardata dal caos di una metropoli come Milano. Insegnante, ricercatore, docente anche presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, qui propone “un racconto personale, la narrazione della vita di Vasco, un giovane ragazzo, fratello dell’autore, che, per necessità familiare e per ambizione personale” percorre tutte le strade che lo avvicineranno al suo sogno: diventare pilota di aerei ed elicotteri.

Ma in questo tragitto di vita, ci sono le prime stagioni in una famiglia tutt’altro che ricca a Sestino, le poche ore di gioco, gli impegni di tutti - grandi e piccini- studi interrotti per aiutare la famiglia, e poi l’emigrazione del papà in Francia e, infine, l’approdo a Milano.

In questa ampia rievocazione – scrive nella introduzione Augusta Maria Castellani,”il fare memoria, il ricordare un fratello senz’altro speciale, genera sensazioni avvolgenti…. Si legge di corsa - il libro - come di corsa andava il ragazzo che voleva diventare pilota: un progetto di vita costruito con tenacia e sudore, in un contesto famigliare “dove si radicavano i pilastri più importanti di una persona. Famiglia che oggi soffre di quello stile perduto”.

Nel racconto di vita c’è anche tutta la vita di paese: dopoguerra, emigrazione, ristrettezze economiche, il ruolo delle donne, i giochi dei ragazzi, le feste religiose, l’aiuto tra famiglie, le figure paesane, la costruzione di orti, rubando qualche metro quadrato al turbolento – allora - fiume Foglia.

Il “ragazzo” diventa pilota, con impegni a livello nazionale, fin che un giorno con il suo elicottero precipita nel lago di Vagli, in Garfagnana, durante una missione antincendio.

La tragedia è appena sfiorata da Valerio, ma tutto il lavoro è cosparso da questo amore/dolore.

E Sestino ne è tornato un protagonista, perché per ricordare questo suo figlio, con l’apporto della Regione Toscana, ha realizzato – qualche decennio fa - un parco faunistico sulle sue montagne, il “Parco Faunistico di Ranco Spinoso”, dedicandolo appunto, a Vasco Lazzerini, il “Pecos Bill del Cielo”.

Pagine, che hanno un grande contenuto didattico. E che meriterebbero pubbliche letture.

Redazione
© Riproduzione riservata
14/11/2021 12:20:34


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