Sansepolcro: problemi in vista per ragazzi e lavoratori del convitto Regina Elena
Un inghippo burocratico non ancora risolto rischia di ridimensionare l'attività
Un inghippo burocratico – così almeno pare – rischia di paralizzare l’attività del convitto “Regina Elena” di Sansepolcro (ex collegio Inadel e Inpdap, ora Inps) e di eliminare alcuni posti di lavoro, oltre che di compromettere il percorso scolastico di diversi studenti. L’allarme è stato lanciato da dipendenti della struttura, genitori dei ragazzi e dai presidi delle scuole del territorio e la pandemia c’entra solo marginalmente, nel senso che ha ridotto la capienza della struttura da 100 a 80 convittori e da 150 a 110-120 semiconvittori. Che cosa è avvenuto? Che durante l’estate vengono aperti i bandi per i figli dei dipendenti degli enti pubblici, così come avviene puntualmente ogni anno; ebbene, hanno risposto in 30, per cui si sono resi disponibili, in automatico, gli altri 40 posti. In settembre, si sarebbe dovuto riaprire il bando per i privati, ma quando le famiglie sono andate a espletare le modalità di partecipazione si sono rese conto che i posti non c’erano. Inizialmente, era subentrato il dubbio legato a un problema tecnico, ma nulla di ciò: i posti rimanevano sempre uguali a zero. Subito interpellata, la direzione regionale avrebbe risposto che, a causa di una situazione burocratica legata alla sicurezza (in altre parole, un semplice documento), risultava impossibile l’apertura del bando. “Capite allora il disagio?”, si domandano soprattutto quelle famiglie venute dal nord e dal sud Italia (percorrendo centinaia e centinaia di chilometri) per programmare a Sansepolcro un preciso percorso scolastico per i propri figli, che - a causa di una implicazione classica all’italiana dalla quale origina la mancata conferma all’interno del convitto per l’assenza del bando – potrebbero seriamente essere costretti a terminare la scuola in un’altra sede. “In questo momento – viene fatto notare – vi sono 40 giovani sparsi fra bed&breakfast, ostelli e altro, in attesa di capire se il problema verrà risolto o meno. Le stesse scuole che frequentano si ritrovano con alcuni studenti in meno perché non vi è chiarezza sul convitto. E poi, l’altro risvolto: al “Regina Elena” lavorano a pieno regime un centinaio di persone; se questa situazione non dovesse sbloccarsi, dalle 20 alle 30 unità potrebbero andare a casa. E tutto, per l’assenza di un foglio o poco più. Qualche segnale di apertura sarebbe stato inviato, ma l’anno scolastico è già iniziato e non c’è più tempo da perdere: se entro una decina di giorni non dovesse esservi uno sblocco, la situazione diverrebbe drammatica e a pagarne le conseguenza sarebbe anche il semiconvitto, dove più di una famiglia di Sansepolcro invia il proprio figlio.
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