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La diga di Montedoglio al livello più basso dal 2012

L'invaso a solo 15 giorni di autonomia poi a rischio l'uso irriguo

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Montedoglio ancora una volta salvagente estivo per buona parte della provincia di Arezzo e dell’Altotevere umbro, seppure sta quasi toccando il fondo. La stagione arida, le temperature torride e l’assoluta carenza di pioggia stanno facendo precipitare il livello dell’invaso con un calo stimato in circa 25-30 centimetri al giorno: particolari criticità non sono ancora emerse, Montedoglio ha sempre risposto presente alle massicce richieste di risorsa idrica ma se non piove le saracinesche potrebbero anche chiudersi. Almeno in parte.

“Attualmente l’invaso di Montedoglio si trova ad una quota di 373,20 metri sul livello del mare – dice Domenico Caprini, presidente di Eaut – che tradotto in pratica significa poco meno di 39 milioni di metri cubi di acqua invasata: esattamente un anno fa era almeno tre metri più alto in quota”. Senza alcun dubbio per la provincia di Arezzo Montedoglio costituisce il bacino di approvvigionamento idrico più importante e indubbiamente rappresenta anche il bacino più rilevante di tutta l’Italia centrale: i territori attualmente servizi sono quelli della Valtiberina Toscana e dell’Altotevere Umbro nonché quelli aretini, quelli della Valdichiana aretina e marginalmente senese; inoltre si aggiungono quelli contigui al nord-ovest del Lago Trasimeno, specchio d’acqua compreso dove viene garantito un flusso costante. “La situazione attuale – prosegue Caprini – replica quella del 2012 che nell’ultimo decennio è risultato l’anno in cui l’invaso è stato più sollecitato per una serie di questioni”. C’è, però, un aspetto di cui tener conto: a seguito del limite di quota fissato dalla direzione dighe, ufficio presente all’interno del Mit (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), la stagione estiva 2021 è iniziata da un livello inferiore di almeno tre metri rispetto agli anni precedenti in ragione del cantiere per il ripristino dello sfioratore. Lavori che sono comunque tuttora in corso – è in atto solo una piccola sospensione in virtù del periodo di ferie dell’azienda - e che entro l’anno saranno quasi certamente ultimati, per poi lasciare spazio a sopralluoghi degli organi competenti e alle fasi di collaudo che andranno avanti per almeno un altro anno. C’è una carta che però gioca a favore dell’invaso di Montedoglio ed è quella del tempo: tendenzialmente il grosso della stagione irrigua, che molto sollecita il sistema, giunge a conclusione entro la metà del mese di settembre; da quel momento in poi si avrà una riduzione consistente dei prelievi tornando poi verso la normalità. Ciò significa che le saracinesche potrebbero chiudersi quando di risorsa idrica non c’è più bisogno per l’uso irriguo: Valtiberina Toscana e Altotevere Umbro sono territori dove si producono ettari di tabacco e ortaggi, coltivazioni che richiedono molta acqua.

Ma l’appello arriva anche da Nuove Acque. “Il rispetto della risorsa e l’attenzione ad evitare sprechi sono da sempre i nostri obiettivi – dice Nuove Acque - oggi con il perdurare della calura e la mancanza di piogge questi principi devono essere sempre più condivisi da e con tutti”. Nuove Acque, quindi, invita gli utenti a mettere in pratica alcuni semplici consigli che, oltre ad essere “amici dell’ambiente”, consentendo di tradurre il risparmio anche in bolletta. Certa una cosa, per l’ennesima stagione occorre dire “grazie Montedoglio”.

Redazione
© Riproduzione riservata
22/08/2021 11:27:27


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