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Il brillante congedo dell'arbitro tifernate Simone Santi ieri sera a Novara

Lascia per limiti di età dopo 619 direzioni nella massima serie e 18 finali scudetto
Quando ieri sera, al palasport di Novara, Kimberly Hill ha firmato il punto che per l’Imoco Conegliano ha significato il quarto scudetto della pallavolo femminile, per Simone Santi è stata l’ultima decisione arbitrale della sua brillante carriera. Regolamento vuole, infatti, che per gli arbitri di pallavolo il collocamento a riposo scatti al compimento dei 55 anni e per il noto fischietto di Città di Castello – peraltro amico e collega giornalista – la bella parentesi ha conosciuto la parola fine nella partita che ha deciso l’assegnazione del titolo italiano 2021 del volley femminile. Dal 1994 a oggi, quindi in ben 27 anni soltanto di Serie A, Simone ha diretto in totale 619 partite (fra campionati maschili e femminili), delle quali 527 in A1 o Superlega; a queste, aggiungere le 18 finali scudetto, non dimenticando che da anni è di fatto impossibilitato ad arbitrare le finali maschili perché in lizza c’è sempre la corregionale Sir Perugia. In campo internazionale, è stato arbitro sia della finalissima del mondiale 2010 fra Brasile e Cuba, sia del mondiale per club 2011 fra Rio de Janeiro e Istanbul; nel 2012, è stato chiamato alle Olimpiadi di Londra e poi mettiamoci le finali di World League e le oltre 100 partite di Champions League. Un curriculum davvero invidiabile, non dimenticando anche la direzione del derby umbro di Serie A1 maschile del 4 novembre 2012, quello dell’allora PalaEvangelisti, fra Sir Safety Perugia e Vivi Altotevere San Giustino, finito 3-2 per i perugini. Adesso, Simone resta a disposizione della federazione dopo essersi congedato con la consapevolezza di aver accumulato numeri da record; quei numeri che ha snocciolato anche ieri sera a Rai Sport, intervistato da Marco Fantasia e Giulia Pisani nel dopopartita di Novara-Conegliano proprio perché si trattava della sua ultima partita. Numeri che sarà difficile per chiunque poter eguagliare. Deciso e sempre sicuro, ma mai autoritario per principio, anche nella gestione dei rapporti con le “star” del volley mondiale: questo è stato Simone arbitro, al quale vanno i complimenti e il ringraziamento della sua Città di Castello e dell’Alta Valle del Tevere per averle rappresentate al meglio in tutto il mondo come esponente di punta in una classe arbitrale italiana che – non pecchiamo di campanilismo – anche nel volley è una fra le migliori in senso assoluto, se non addirittura la migliore.
C.R.
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