Senato, il governo incassa la fiducia con 156 sì, 140 no e 16 astenuti
Il voto si blocca per Nencini e Ciampolillo. Renzi e Italia viva si astengono
Sono le 22,15 quando si chiudono le operazioni di voto. Ma occorrerà un supplemento di controllo per la verifica dei voti dell’ex 5Stelle Lello Ciampolillo e del segretario dei socialisti italiani, Riccardo Nencini. I due senatori vengono riammessi al voto e dopo undici ore di dibattito il pallottoliere del Senato si ferma a quota 156, contrari 140 e astenuti 16. All’appello ovviamente mancano i 16 voti di Italia Viva che si è astenuta. Ma la giornata è girata tutta intorno al faccia faccia a distanza tra il premier e l’ex premier. Da una parte Matteo Renzi dall’altra Giuseppe Conte. Sono le 17 e 30 quando Matteo Renzi prende la parola in Senato. Si rivolge direttamente al presidente del Consiglio per dirle direttamente che «noi pensiamo che il suo governo non sia il migliore governo del mondo, pensiamo che per la tragedia in corso, per la pandemia ci sia bisogno di un governo più forte». E ancora: «Sono mesi presidente che le chiediamo una svolta». Qui, «non c’è una crisi istituzionale, ma una crisi economica e sanitaria». Insomma, insiste il leader di Italia Viva, «Non è il momento della crisi? Questo è un momento opportuno, ora o mai più si può fare la discussione». E aggiunge: «Lei è sempre stato cortese con me, quando ci siamo visti mi ha offerto un incarico internazionale e io le ho detto gentilmente di no. La politica non è solo distribuzione degli incarichi, quando si fa politica si può anche rinunciare a una poltrona non a un'idea, mi auguro che metta al centro le idee e non lo scambio di poltrone perché il Paese non si merita un mercato indecoroso. La politica è altrove, prima o poi dovrete tornarci, ci troverete lì. Vediamo se arriva la maggioranza di 161, ma la maggioranza è raccogliticcia...». Duro, dunque, Matteo Renzi che con le sue valutazioni prepara il terreno per un vero e proprio corpo a corpo con il capo del governo. Un corpo a corpo che si consuma nel tardo pomeriggio, sempre a palazzo Madama, quando Giuseppe Conte prepara l’”arringa” per la replica. Diretta che mira a Italia Viva: «Con vostra sortita sono stati persi 40 giorni, avete scelta l’aggressione che non è la scelta migliore per il Paese», e conclude: «Certo c'è un problema di numeri: se non ci sono il governo va a casa, non va avanti». Di certo, sui numeri la battaglia non si fermerà con l’esito del Senato: sia Salvini che Meloni hanno annunciato che busseranno alle porte del Qurinale.
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