Dissesto del Comune di Catania: interdetto per 10 anni l’ex sindaco Bianco
Stesso provvedimento, ma per 5 anni, per i revisori dei conti dell’epoca
Per dieci anni l’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, e molti dei componenti della sua giunta che ha governato la città dal 2013 al 2018 non potranno candidarsi a nessuna carica pubblica né potranno ricoprire un incarico pubblico. Gli ex componenti del Collegio dei revisori dei conti del Comune non potranno ricoprire questo incarico per 5 anni. E’ quanto stabilito oggi dalla Corte dei Conti della Sicilia in relazione al dissesto del Comune di Catania dichiarato due anni fa per un «rosso» di bilancio che supera il miliardo di euro.
Bianco ha detto di considerare «ingiusta» l’interdittiva e di voler ricorrere. Nel decreto emesso oggi a Palermo dal giudice Salvatore Grasso, sia Bianco sia gli altri componenti della giunta sia i revisori dei conti sono stati anche condannati a pagare ingenti somme al Comune di Catania: l’ex sindaco dovrà versare quasi 49 mila euro; 44 mila euro ciascuno dovranno versare gli ex assessori Luigi Bosco, Rosario D’Agata, Giuseppe Girlando, Angela Rosaria Mazzola, Salvatore Di Salvo, Angelo Villari, Valentina Odette Scialfa Chinnici; tra 21 e 22 mila euro l’ex assessore Orazio Antonio Licandro e gli ex revisori dei conti Natale Strano e Fabio Sciuto; tra 11 e 14 mila euro gli ex revisori dei conti Calogero Cittadino, Francesco Battaglia, Massimiliano Carmelo Lo Certo; la cifra maggiore riguarda l’ex assessore, ed ex vice sindaco, Marco Consoli Magnano di San Lio, 51 mila euro. Importi calcolati in base allo stipendio percepito da ciascuno dei componenti della giunta e del collegio dei revisori dei conti.
Ma è l’interdittiva quella che brucia di più agli ex amministratori comunali. E infatti Bianco ha affidato a una nota le sue precisazioni, sottolineando come si tratti di «un decreto non definitivo e non esecutivo e non di una sentenza» e che «siamo soltanto alla prima fase di un giudizio di primo grado della Corte dei Conti che si concluderà davanti ad un collegio: avremo quindi modo di dimostrare la piena correttezza dei comportamenti della mia Giunta». L’ex sindaco, ed ex ministro dell’Interno, ricorda come la dichiarazione di pre-dissesto fosse stata fatta dal Comune di Catania già nel 2012, ai tempi della giunta Stancanelli, «per gli enormi indebitamenti dell’amministrazione precedente, quando tutti sanno che è nato il buco di bilancio». Si riferisce all’amministrazione dell’ormai scomparso ex sindaco Umberto Scapagnini.
Le indagini che hanno portato al decreto di oggi della Corte dei Conti sono state condotte dalla Guardia di Finanza di Catania con il coordinamento del procuratore della Corte dei Conti. Nel provvedimento, il giudice Grasso scrive, tra l’altro: «Si deve ritenere, pertanto, che l'elemento soggettivo della colpa grave debba essere riscontrato nella condotta di tutti coloro i quali abbiano, nel corso di almeno due esercizi di bilancio, continuato ad approvare o ad apporre pareri favorevoli, nonostante il permanere delle predette criticità».
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