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Intervista con William Giavelli presidente del Cai di Sansepolcro

Originario di Sassuolo è arrivato in Valtiberina per motivi di lavoro e non si è più spostato

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Porta i suoi anni (ha superato gli 80) con un invidiabile dinamismo, grazie anche alla salutare attività di chi aderisce al Club Alpino Italiano. E lui la sezione Cai di Sansepolcro l’ha fondata una trentina di anni fa: è stato presidente, è tornato da pochi anni a ricoprire questa carica, ma soprattutto è da sempre l’anima di questo sodalizio. Originario di Sassuolo, William Giavelli è arrivato in Valtiberina ancora giovane, per motivi di lavoro e dal Borgo non si è più spostato: qui ha messo su famiglia, diventando biturgense a tutti gli effetti, anche se nel parlare conserva punte di slang tipicamente emiliano.

Presidente Giavelli, si sarebbe aspettato un risvolto simile da questa pandemia?

“No, ma sfido chiunque ad aver immaginato una situazione che ha dell’incredibile. La guerra è sicuramente peggio, anche se in questo caso non serve nemmeno avere i rifugi antiaerei; in tempo di guerra, non appena sentivi i rumori ti riparavi, ora non avverti alcun rumore ma ti trovi ugualmente sotto le bombe. Ho uno dei miei figli che lavora e abita a Milano; è sceso giù a fine gennaio e poi non è ripartito: alla fine, per la piega che hanno preso le cose, ciò gli ha permesso di trascorrere la fase dell’emergenza in una zona rimasta meno contagiata”.

La ripartenza scaglionata per settori produttivi è stata un provvedimento saggio?

“Penso di sì, perché è importante riprendere il lavoro e far ripartire l’economia. Posso essere d’accordo sullo scaglionamento, ma nutro preoccupazioni per ristoranti e pizzerie: la gente, almeno in questa fase, rimane sostanzialmente timorosa e allora preferisce non muoversi di casa se non per stretta necessità. Se pertanto vuol gustare una pizza o una qualsiasi specialità, decide di ordinarla e di farsela portare a casa. Considerazione di ordine generale: non è assolutamente facile, in questo momento, trovarsi nei panni di chi deve prendere decisioni”.

E per l’attività di realtà come appunto il Club Alpino Italiano la ripartenza potrebbe essere ulteriormente stimolata dal miglioramento della qualità dell’ambiente, uno dei pochi risvolti positivi legati all’emergenza Covid-19?

“Come Cai, siamo una rete diffusa sul territorio e mi sono sentito in questi giorni con i colleghi a livello regionale e nazionale. È chiaro che chi vive in zone come le nostre, rispetto ad altre più vicine a grandi città e magari più lontane delle montagne, sia avvantaggiato dal fatto che i sentieri se li ritrova sotto casa, per cui li può raggiungere facilmente e quindi ricominciare con tranquillità a camminare. Per ciò che riguarda la migliorata qualità dell’ambiente, quello è vero, ma è altresì innegabile che qui da noi il contesto è sempre stato abbastanza sano: basta salire qualche metro sopra Sansepolcro che l’aria è già molto buona”.

A quando il ritorno alla tanto desiderata normalità?

“Se intendiamo quella totale, penso che dovremmo portare pazienza per un annetto, semprechè non vi siano nel frattempo ricadute del virus. Qui in vallata è andata tutto sommato bene, ma rimane subdolo nella sua dinamica il fatto che nelle aree di Milano e di Bergamo vi fosse qualcuno che girasse a suo tempo, non sapendo di essere asintomatico, per cui il Covid-19 si era già sparso in gennaio. Il mio commento è riferito a quanto ho sentito dire in televisione, qualora fosse andata davvero così”.

Cosa ci ha insegnato questo periodo di ristrettezze e sacrifici?

“A guardarci meglio intorno, a sopportare, ad aiutarci fra noi e ad aiutare il prossimo, cercando di mettere da parte quella forma di individualismo iniziata trent’anni fa e ultimamente arrivata a superare i limiti. Una volta giunti al punto tale da fare i soldi con i soldi, ecco che il problema è divenuto ancora più grande, fino all’esasperazione. Poi è subentrato il virus, che ci ha fatto abbassare la testa. Ci avrà cambiato quindi nella mentalità? Lo spero vivamente, altrimenti qui si corre il rischio di “mangiarci” l’uno con l’altro!”. 

Redazione
© Riproduzione riservata
05/05/2020 09:28:37


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