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Intervista a Stefano Chiasserini, vicepresidente del Vivi Altotevere Sansepolcro

“Da un certo punto di vista credo che si possa considerare come una sorta di punto zero”

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Si resta in bianconero, ma al tempo stesso si scala il vertice dell’organigramma del Vivi Altotevere Sansepolcro: parola a Stefano Chiasserini che, insieme ad Andrea Mercati, è uno dei due vicepresidenti del sodalizio biturgense. Con lui parliamo di questa annata decisamente particolare dove, attualmente, non è ancora stato disegnato il futuro. Ma con Chiasserini c’è spazio per parlare anche più in generale dell’emergenza Coronavirus sia per quello che riguarda il panorama locale che quello più in generale.

·        Coronavirus, che idea si è fatto a livello generale di questa pandemia?

“Un virus che è partito e ha preso il sopravvento più di quanto noi pensavamo. Speravamo in una dimensione minore, ma alla fine abbiamo visto cosa è successo: tanti problemi e purtroppo pure dei decessi. È un evento catastrofico che rischia di mettere in ginocchio il nostro Paese. Dobbiamo comunque ripartire e sarà difficile poterlo fare: è stata una cosa inaspettata ed è un evento che ha causato difficoltà in tutti i territori. Aiuti dallo Stato e dall’Europa devono arrivare! Ma alla fine dobbiamo essere noi a tirare fuori gli attributi per risollevarsi. Il lock down è stato giusto, ma ora dobbiamo fare la stessa cosa all’inverso: ripartire in maniera graduale, ma al tempo stesso non avere restrizioni troppo stringenti. L’economia deve essere rimessa in moto”.

•        Secondo lei per il mondo dell’economia il Governo si è mosso bene per la fase 2? E per ciò che riguarda il mondo dello sport?

“Per quello che riguarda l’economia non è stato aiutato da chi doveva vigilare sulla sanità mondiale; il Governo non è stato informato nei tempi adeguati e una volta che si è trovato alle strette è andato verso la drastica scelta della chiusura totale. Un qualcosa che a mio avviso poteva essere gestito meglio, ma cerchiamo ora di recuperare. Lo Stato spero faccia il possibile per agevolare la ripartenza economica e sociale. Per quello che riguarda lo sport, invece, dico che è stata lasciata troppa libertà di decisione: ormai si è capito che le federazioni dove gli interessi economici sono scarsi hanno già chiuso i battenti per questa stagione, ma dove ci sono grossi interessi, tentennano aspettando che sia lo Stato a dare lo stop e che la responsabilità a quel punto non ricada su di loro”. 

•        Campionato di Eccellenza Umbra attualmente sospeso: secondo lei la stagione è da considerarsi conclusa?

“In veste di dirigente del Vivi Altotevere Sansepolcro penso che la stagione sia finita qua: non ci sono i presupposti per portarla a termine. Quelle che ancora mancano, sono le direttive e non ci sono indicazioni chiare di come gestire a pieno l’attività. Le società, per esempio, non si possono accollare le continue sanificazione oppure gestire le necessarie distanze che richiedono le istituzioni. Proprio per questo sarebbe importante ricevere un aiuto: i costi, in vista della ripartenza del prossimo campionato, non possono essere quelli di prima perché il Coronavirus lascerà inevitabilmente strascichi importanti e le aziende non potranno più garantire quel supporto economico come era nel passato. Occorre, quindi, come aveva detto il presidente del Va Sansepolcro rivedere pure le norme agevolando quelle aziende che vogliono supportare lo sport e non parlo solo di il calcio. Ricordo ed evidenzio il nostro splendido settore giovanile che è un sostegno alle famiglie perché il ragazzo fa movimento, passando un paio di ore della giornata fuori casa in un ambiente sano e costruttivo. Serve però, l’aiuto di tutti per poter continuare in questo”.

•        Immaginiamo che il Vivi Altotevere Sansepolcro stia già programmando la prossima stagione: come sarà strutturata? Dalla prima squadra fino ai più piccoli?

“Mi viene in mente la parola sacrificio, questo da parte di tutti. Mi riallaccio un po’ alla risposta precedente. Non si può pensare che venire a fare il giocatore o l’allenatore sia un lavoro primario: deve essere una passione alla quale ovviamente deve esserci pure un riconoscimento. La volontà della società è quella di mantenere la struttura e l’attività anche per il futuro seppure con dei costi e delle situazioni da rivedere. Non appena avremo un quadro generale più nitido, soprattutto per capire quale sarà il reale futuro della stagione sportiva 2019/2020, convocheremo un’assemblea interna per tracciare il futuro bianconero”.

•        Che mondo, sia a livello economico che sportivo, avremo davanti ai nostri occhi quando il Coronavirus sarà debellato?

“Da un certo punto di vista credo che si possa considerare come una sorta di punto zero. Quest’emergenza, nel nostro piccolo (e non solo) può far rimettere i piedi per terra a qualche soggetto che lo sport lo considerava solamente un business invece questo deve essere un mondo ricreativo e di svago. L’occasione è giusta per ripartire dal basso ricreando passione e attaccamento ai colori bianconeri nel nostro caso, ma anche per altri sport che seguo con piacere. Sicuramente con l’aiuto di tutti i biturgensi e delle istituzioni, rialzeremo la testa più forti di prima”.

Redazione
© Riproduzione riservata
01/05/2020 08:52:27


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