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La Serie A pronta a seguire l'esempio della Juve: stipendi tagliati del 30%

Gravina, Figc: «Grazie ai bianconeri, è una prima risposta».

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E adesso tocca agli altri. La Juventus ha tracciato la rotta, tagliando lo stipendio ai suoi giocatori e al tecnico Sarri per complessivi 90 milioni di euro (un terzo del monteingaggi stagionale), e allo stesso tempo ha dato un assist alle altre squadre di Serie A che da giorni stanno discutendo su come salvare i conti. L'emergenza coronavirus ha bloccato l'arrivo di ogni tipo di introito, dai diritti tv congelati agli stadi chiusi non circola un euro, e proprio domani è in programma un incontro tra la Lega Serie A e l'associazione calciatori per trovare un accordo sulle decurtazioni da applicare. La speranza di tornare in campo verso giugno è sempre più flebile e così le società corrono ai ripari: non solo in Italia, ma anche all'estero dove in Inghilterra e Francia si tratta per un taglio del 50%. Il sindacato dei calciatori italiani propone tagli più morbidi, ma soprattutto diversi tra chi ha stipendi plurimilionari e chi si ritrova con salari “normali” (come per esempio chi gioca in Serie B o Serie C). L'esempio dato da Ronaldo e compagni, comunque, influirà sulla trattativa e di fatto fissa il punto di caduta con un taglio modulare del 30%: la Juventus non pagherà cifre pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno, a meno che l'attività non riprenda per chiudersi con lo scudetto d'estate, dopo aver avuto il via libera dallo spogliatoio bianconero. Un patto basato sulla buona volontà, visto che poi ogni giocatore dovrà trattare con il club il taglio, ma i dirigenti bianconeri hanno già promesso che parte dello stipendio verrà spalmato sulla prossima stagione (anche inserendo nuovi bonus o rinnovi contrattali) quando tutto – o quasi – tornerà alla normalità. 

«L'accordo raggiunto dalla Juventus è un esempio per tutto il sistema", ha dichiarato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, commentando l'intesa tra club, giocatori e tecnici bianconeri per un taglio agli ingaggi vista l'emergenza coronavirus. «Ringrazio Giorgio Chiellini, i suoi compagni e Maurizio Sarri - aggiunge Gravina - perché nel solco della collaborazione che la Federazione auspica da giorni, hanno posto l'interesse generale al centro della loro interlocuzione con il club. L'unità e la solidarietà nel mondo del calcio rappresentano la prima grande risposta all'emergenza che stiamo vivendo e che rischia di essere ancor più grave se non dovessimo tornare a giocare. Solo attraverso il contributo di tutti i protagonisti, ognuno per la sua parte, renderemo il calcio più forte».

La mossa della Juventus aiuterà Inter e Roma, le due società con il più alto livello di ingaggi della Serie A dopo i bianconeri, a trovare un accordo con i propri giocatori sulla falsa riga di quello che è accaduto nel club Campione d'Italia. Anche perché l'idea che il campionato possa ripartire si fa sempre più complicata. «Riprendere le partite il 3 maggio è irrealistico – ha spiegato il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, in un'intervista a Repubblica – e domani proporrò di prorogare per tutto aprile il blocco delle competizioni sportive di ogni ordine e grado. Ed estenderò la misura agli allenamenti, sui quali non eravamo intervenuti perché c'era ancora la possibilità si tenessero le Olimpiadi. Aiuteremo lo sport, che non è solo il calcio, come il calcio non è solo la Serie A. Le grandi società vivono in una bolla, al di sopra delle loro possibilità, a partire dagli stipendi milionari dei calciatori. Devono capire che niente dopo questa crisi potrà più essere come prima».

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
29/03/2020 13:38:50


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