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La Soprintendenza deve tornare ad Arezzo: alza la voce la Cisl

La sigla sindacale si fa capofila per unire le forze della società civile

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Per chi se lo fosse dimenticato o, all’epoca, era “distratto” Arezzo, unitamente a Reggio Calabria, vanta un triste primato nazionale, ossia quello della chiusura della locale Soprintendenza con competenza mista per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici.

La Soprintendenza aretina, sottolinea Maurizio Milanesi segretario della Funzione Pubblica della Cisl di Arezzo, era una struttura con a capo un Soprintendente a competenza mista ed operava su 5 musei ed un territorio che rappresenta circa il 18% della superficie regionale ed in cui è presente 1/5 del patrimonio.

Ma con il DPCM 171 del 2014 e successivi DM la Soprintendenza della provincia di Arezzo viene accorpata a quella di Siena e Grosseto.

Un atto inconcepibile così come le relative motivazioni che si basano sul fatto che, entrambe le Soprintendente Arezzo e Reggio Calabria, allocavano in singole provincie, a differenza delle altre del resto d’Italia che riguardano più provincie. Di fatto un provvedimento scellerato, almeno per quel che riguarda Arezzo, visto che siamo in presenza di un territorio vasto in cui sono presenti importanti beni culturali, paesaggistici e archeologici, per cui un solo dirigente, in questa maxi struttura, non può garantire la loro tutela e valorizzazione. Come se non bastasse, prosegue Milanesi, con il successivo DM del gennaio 2016 si sono sciolte anche le Soprintendenze Archeologiche, determinando un ulteriore aggravio: le competenze della Soprintendenza Archeologica Toscana sono passate alle Soprintendenze Belle Arti e Paesaggio presenti sul territorio toscano.

Fin qui abbiamo descritto la scelleratezza di un provvedimento al quale va aggiunto il disagio provocato agli utenti, pubblici e privati, quando si rivolgono a questa nuova struttura anche di ordine logistico per la importante distanza della sede istituzionale.

E’ evidente che la Soprintendenza di Arezzo, continua il Segretario della PF Cisl, è stata sacrificata per mero interesse politico di equilibri di forza che Arezzo non aveva, al contrario di Lucca, Siena e soprattutto Firenze. L’attuale maxi struttura penalizza ulteriormente il territorio aretino anche con un continuo assottigliamento di organico. Si pensi che gli archeologi preposti al territorio provinciale con la ex Soprintendenza Archeologica erano cinque/sei, con l’accorpamento sono scesi fino a ridursi ad un solo archeologo e di nuova nomina, per tutta la provincia; nelle tre provincie erano impegnati una quindicina di archeologi, oggi tre, uno per provincia, tanto poi si ricorre alle collaborazioni esterne … . Gli architetti aretini prima erano quattro per tutta la provincia oggi coprono anche parte delle competenze territoriali delle altre due provincie, Siena e Grosseto, con forte aggravio di costi, non avendo più l’auto di servizio ad Arezzo. E’ stata mantenuta solo l’auto della ex Soprintendenza di Siena, che dovrebbe servire per tutto il territorio e per tutti i funzionari preposti. Alcuni giorni fa ne sono stati assunti alcuni in prova, mentre gli storici ce n’è uno solo per quasi tutto il territorio della Provincia di Arezzo.

Gli organici di Arezzo hanno subito gli effetti del DPCM 171/ 2014, e molti dipendenti hanno aderito alla mobilità verso il Polo Museale Toscano, struttura figlia del DPCM, in quanto garantiva la permanenza lavorativa. Si pensi che l’organico prima della riforma era di circa cinquanta unità ed oggi è meno di venticinque e, non sono da escludere, vista la soglia di età di molti di loro, un ulteriore assottigliamento con definitivo sacrificio della ex Soprintendenza aretina. Tra pensionamenti e continuo conseguente aumento dei servizi siamo arrivati ad una situazione al limite del collasso.

In tutto questo tempo la Cisl non è mai stata a guardare e, nelle sedi opportune, ha sempre manifestato il proprio disappunto su quanto si andava compiendo, ma non è basto. Oggi, anche alla luce di questo ulteriore depauperamento e declassamento di una struttura che per decenni ha svolto un ruolo fondamentale nella tutela del patrimonio storico, artistico ed archeologico del territorio si fa promotrice affinché la provincia di Arezzo, per quanto detto sopra, ritorni ad avere in autonomia la propria Soprintendenza. Siamo consapevoli che la strada è tutta in salita, ma se si uniscono le forze di tutto il territorio: Comune, Provincia e di tutta la società civile siamo certi si può prevedere una possibile re-istituzionalizzazione della Soprintendenza per la provincia di Arezzo anche alla luce di un ampliamento di competenze amministrative, tecniche… in collaborazione con le strutture presenti sul territorio provinciale (Archivio di Stato senza personale amministrativo e tecnico a tempo pieno, Polo Museale in piena difficoltà per le gravi carenze di organico che porteranno a probabili chiusure).

Il nostro impegno è per una revisione che faccia di Arezzo e del suo territorio un centro decisionale e strategico, PRESENTE, per meglio rispondere alle richieste culturali che un territorio come quello aretino si candida ad intercettare.

Redazione
© Riproduzione riservata
13/02/2019 17:16:19


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1 commento alla notizia

sanborgo
ha commentato il
13/02/2019 19:51:17

Cara Cisl sono di Sansepolcro e sapessi quante cose sono state tolte alla nostra città per dirottarle ad Arezzo.Tribunale,Usl,Ospedale(proiezione di Arezzo) uffici ridotti come Inps,senza parlare dell'isolamento cronico per mancanza di strade,ferrovia,diga crollata ne vuoi più cara Cisl?non vi lamentate tanto pensate anche achi sta peggio e nessuno a mosso un dito per fermare lo scempio che ancora non è finito per alcuni settori., Un biturgense incazzato. SB
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