Roma si tinge di arcobaleno per il Gay Pride. Critiche al neoministro Fontana
Camusso (Cgil): «Le sue dichiarazioni sono preoccupanti». Vendola (LeU) ironizza su Twitter
A Roma è il giorno del Gay Pride 2018 e le persone hanno risposto presente. In migliaia si sono radunati già dalle prime ore della mattinata tra piazza della Repubblica e piazza dei Cinquecento per manifestare a favore dei diritti LGBT. Il tema di quest’anno è la “liberazione continua”, ispirato dai valori della Resistenza e della Costituzione. Poi via alla sfilata dei carri. Dietro a quello di testa, la “Brigata arcobaleno”, spiccano quelli del Circolo “Mario Mieli” con le bandiere bianche e quello della “Muccassassina” con la sua musica a tutto volume. In piazza anche le “famiglie arcobaleno”, oggetto qualche giorno fa di alcune discusse dichiarazioni del neoministro della Famiglia, Lorenzo Fontana. Madrina dell’evento è l’attrice Sabrina Impacciatore.
Vari i personaggi politici alla partenza: il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti; il vicepresidente Massimiliano Smeriglio; il vicesindaco di Roma, Luca Bergamo; la leader radicale Emma Bonino e la segretaria della Cgil Susanna Camusso. Proprio quest’ultima ha criticato Fontana: «Le dichiarazioni del ministro non sono rincuoranti - ha detto alla partenza la segretaria -, così come non lo è avere un ministero della Famiglia al singolare. Significa non avere la percezione di come è la società». A fargli eco Nichi Vendola di LeU: «Ha proprio ragione il ministro Fontana - ha scritto polemicamente su Twitter l’ex governatore della Puglia - le famiglie Arcobaleno non esistono... Eh già!».
Preoccupata è anche Emma Bonino: «Il clima che si respira non è proprio propizio alle aperture verso le diversità - ha commentato durante il Gay Pride -. Un clima di chiusura che a me preoccupa molto e che rimanda alle democrazie illiberali. Ho cercato di attirare attenzione su questi temi che sono stati sottovalutati. Reagiamo almeno adesso».
«Che esista ancora in Europa e nel nostro Paese una sacca di omofobia è un fatto - ha aggiunto il vicesindaco Bergamo - e allora noi ci mettiamo la faccia. Questo è il luogo in cui si difendono i diritti, e le istituzioni devono stare in tutti i luoghi dove si difendono i diritti».
La folla canta Bella Ciao contro Fontana
«Fontana, ma che vuole, chi è? E Salvini: ma noi avevamo bisogno di un ministro come lui? Dobbiamo riprenderci in mano tutti assieme, riprendere le redini del Paese, non sarà questo governo che lo cambierà. Oggi avete dimostrato che si può, bisogna osare. Se osiamo tutti assieme saremo vincitori». Così la partigiana ultranovantenne Tina Costa, dal palco al termine del Roma Pride 2018, ha polemizzato col ministro Lorenzo Fontana. Alla fine del suo intervento la folla ha intonato “Bella Ciao”.
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