Musica Concerti

Festival di Sanremo, trionfano Meta e Moro

Lo Stato Sociale e Annalisa conquistano le piazze d'onore

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Verdetto finale del sessantottesimo Festival di Sanremo: vince il duo Ermal Meta-Fabrizio Moro con Non mi avete fatto niente, secondo Lo Stato Sociale (Una vita in vacanza), terza Annalisa (Il mondo prima di te). Il podio è quello indicato su «La Stampa» di ieri, la medaglia d’oro farà discutere perché la canzone vincitrice è quella prima sospesa e poi riammessa per sospetto plagio. Ci sarà tempo per scannarsi. Intanto, nell’orgia finale di targhe e premi minori, sublime la Vanoni, miglior interpretazione: «Questo è il premio di?», in tono perplesso. E il trionfale Baglioni I finisce come tutti quelli che l’hanno preceduto: classifica, premiazione, coriandoli, un bell’applauso. 

E dire che la serata terminale non era iniziata benissimo. SuperClaudio si presenta con una giacca di raso rosso, che per un gentiluomo è possibile solo se fa l’ospite d’onore al Carnevale di Rio. E poi sbaglia il titolo della canzone del bravo giovine che ha vinto l’apposito concorso. Dice Il ballo delle apparenze, e invece sarebbe Il ballo delle incertezze. A sua volta, il giovanotto, che di nome (d’arte, si suppone) fa Ultimo, cantando si perde clamorosamente l’orchestra, e viceversa. Ma che ce frega, direbbe Luca Barbarossa passando «er sale» come da titolo della sua canzone, la prima dell’interminabile micidiale carrellata. Il Sanremone passa agli archivi come trionfo tanto più significativo perché inaspettato. Gli ascolti non erano così cicciuti dal 1999, come dire il Pleistocene. Quindi tutto il finale è una celebrazione, con grande scialo dei tre aggettivi tipici o forse unici dell’hunzikerese: pazzesco, straordinario, eccezionale, detto anche di imprese magari non proprio memorabili come spostare un pianoforte o accendere un riflettore. Il capolavoro è quando chiede un bell’applauso per i tecnici che hanno lasciato Ron senza microfono (ma forse non è un’idea così cattiva). Stasera Michelle ma belle in Armani privé e il Favino Pierfrancesco hanno l’espressione sollevata e la loquela facile di due cui è arrivata una raccomandata Equitalia che comunica che hanno pagato più del dovuto. 

La Stampa
© Riproduzione riservata
11/02/2018 07:42:57


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