Il Monte Sibilla è una meta molto amata dagli escursionisti
La sua grotta e il mito
Un luogo magico che porterete nel cuore. Parliamo del Monte Sibilla, un rilievo montuoso alto 2.173 m slm, parte del gruppo appenninico dei Sibillini. Prende il nome dalla Sibilla Appenninica, mitica abitatrice dell'omonima grotta (situata nei pressi della sommità del monte), che da secoli permea l'altura con un'aura leggendaria e misteriosa. L’altura è situata in parte nel territorio del comune di Montemonaco e in parte in quello di Montefortino rispettivamente in provincia di Ascoli Piceno e di Fermo, all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Nelle tradizioni classiche greche e romane, la denominazione "sibilla" fu appellativo proprio delle indovine. Erano loro che intrattenevano le comunicazioni con gli Dei. Secondo la tradizione comunemente accettata, Sibilla sarebbe stata figlia di Zeus e di una Lamia, un essere infernale dotata di poteri divinatori. La fama della Sibilla era tale che Agnese di Borgogna inviò Antoine de La Sale a visitare la sua grotta il 18 maggio 1420. Da questa visita nasce "Il Paradiso della Regina Sibilla", il diario di viaggio nel quale sono riportati disegni particolareggiati e descrizioni della grotta.
Altra leggenda è quella che vede la regina Sibilla, considerata un oracolo, e le sue fate come donne bellissime, ma che assumono le sembianze di serpenti ogni fine settimana. Nella tradizione celtica il serpente è simbolo di fertilità e guarigione.
- C’è infine una leggenda locale che racconta dell’ira funesta della Sibilla e delle sue fate, scagliatesi su un’intera popolazione. Fu la Sibilla a scaraventare sull'antico paese di Colfiorito una pioggia di pietre per punire gli abitanti per la loro mancanza di rispetto nei confronti delle sue fate. Gli indigeni abbandonarono questa località, ma successivamente un popolo nomade rifondò il nuovo paese di Pretare, stringendo legami di forte amicizia con le stesse fate.
- Il monte Sibilla, non è il più alto della catena dei Monti Sibillini, eppure ha dato il nome a questa straordinaria dorsale italiana ricca di magia e leggende. L’esistenza della grotta risale all'età della preistoria.
Le Prime testimonianze letterarie della Sibilla
Le prime testimonianze letterarie della Sibilla risalgono al periodo dello storico latino Svetonio (70 - 126 d.C.) vincitore della battaglia di Bedriaco. Durante il suo ritorno verso la città eterna, Roma, attraversando i Monti Sibillini, si fermò a celebrare una sacra veglia sull’Appennino; probabilmente in onore dell’oracolo Sibilla. Un luogo magico, quasi fiabesco, ricco di storia e versi onirici. Per visitarla ci sono percorsi escursionistici effettuati con guide abilitate. Se invece si ha già una certa esperienza si può salire verso il monte e visitare la Sibilla in solitaria. Sono molti i percorsi da seguire.
Come arrivare: dall'autostrada A14 si esce al casello di Pedaso e si prende la strada provinciale per Comunanza. Giunti al paese si continua per Montemonaco, quindi si prosegue per Isola San Biagio. Lungo la strada, prima di arrivare a quest'ultimo paese, un evidente cartello indica la strada che sale al Rifugio Sibilla. Dislivello – m. 627 --- Tempo di percorrenza - ore 4:30 - 5:00
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