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MotoGP: la grande sfida dell’Ok-Poncharal

Hervè Poncharal, co-titolare del team Tech3, suona l’allarme: “Se Valentino Rossi nel 2019 fa una squadra, non ci saranno Yamaha per noi”

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Benvenuti al Grande Circo MotoGP. Non mancano neppure i nani, gli indovini e le ballerine. Hervé Poncharal, solitamente misurato nelle proprie dichiarazioni, lancia a mezzo stampa un siluro destinato a fare rumore.

AVVERTIMENTO  – Riporta gpone.com: «Ultimamente si è parlato molto di Valentino e di una sua squadra in MotoGP, se accadesse potrebbe non esserci più spazio per Tech3 con Yamaha, considerando che per loro sarebbe difficile fare sei moto. Non sono stupido e capisco come stanno le cose, come capisco che Rossi avrebbe la priorità. Lui è una calamita incredibile per gli sponsor e ha un grande peso in questo ambiente. Ho chiesto a Tsuji di parlare il prima possibile del futuro, sia per i piloti ma soprattutto per la mia squadra. Prima dovrò capire se potrò avere le M1 per il 2019 e 2020, poi potrò parlare con piloti e sponsor. Mi piacerebbe [tenere Zarco], ma è un sogno. Il nostro team ha un budget significativamente più piccolo del solo ingaggio di uno fra i migliori 4 o 5 piloti della MotoGP. Logicamente Johann vorrà più soldi, ma soprattutto vorrà un supporto ufficiale da una Casa.Sono pronto a vederlo andare via e sono orgoglioso per averlo fatto debuttare in MotoGP. I team satellite sono per forza limitati, sia per quanto riguarda l’ingaggio che possono offrire, sia per quanto riguarda il trattamento tecnico. In molti parlano di noi come di uno Junior Team, ma in verità non lo siamo. Sono libero per quanto riguarda la scelta dei piloti e raramente Yamaha ha fatto passare uno dei miei piloti nella squadra ufficiale. Diventare uno Junior Team a tutti gli effetti sarebbe qualcosa di cui parlare. Per trovare un altro Zarco. Qualche anno fa ci sarebbe stata qualche possibilità in più di tenerlo, o correvi con Yamaha o con Honda, ma ora ci sono tante Case e quindi tante opportunità. Non penso che Johann sarà con me nel 2019.»

VOCI – Nel piccolo borgo antico del motomondiale i pettegolezzi sono all’ordine del giorno. Stupisce che un manager esperto come Poncharal se ne esca con dichiarazioni riempite di “si dice” o di “in molti affermano che”. Non è da lui. Il presidente di IRTA non parla a caso: è una colonna portante del sistema di potere su cui si regge la MotoGP. L’associazione dei Team è uno dei pilastri su cui Dorna fa affidamento per controllare l’ambiente; non è un mistero che il Team owner transalpino sia un amico di Ezpeleta e che sia intimo di Mike Trimby, il CEO di IRTA; una trinità laica (vedi foto d’apertura) a cui i maligni associano anche la moglie di Trimby, Irene, una presenza discreta ma non meno significativa dell’ingombrante marito. Prima che si cominci a parlare di rinnovi dei contratti c’è un altro anno di gare, dall’esito comunque incerto. Perché il proprietario di Tech3, solitamente prudente e felpato, se ne esce allo scoperto con il j’accuse “ultimamente si è parlato molto?” Quando, e soprattutto chi, ha parlato così tanto?

IPOTESI – Valentino Rossi per primo non ha negato il proprio interessamento ad avere una squadra in MotoGP, ma ha dichiarato che quest’ipotesi al momento non solo non rappresenta una priorità, ma è nient’altro che una fantasia. Il #46 ha provveduto a smontare le chiacchiere. Si potrebbe pensare che Poncharal abbia informazioni più precise, che arrivano direttamente da Dorna. Insomma: il boss Carmelo Ezpeleta, che vede nella palla di vetro, divina che nel 2019 ci sarà una squadra in MotoGP che fa riferimento al nove volte campione del mondo, – chiaramente su moto Yamaha –avvisa il sodale Poncharal e lui si smarca. A mezzo stampa. Le coincidenze sono strane: il fuoco di fila delle chiacchiere è partito dall’intervista a Pit Beirer, boss di KTM, che ha dichiarato senza giri di parole che l’obiettivo della Casa di Mattighofen non è Marquez, ma Johann Zarco. Prove tecniche di inciucio tra Tech3 e KTM? Difficile. Oppure un tentativo di forzare la mano a Yamaha? Guy Coulon, il socio di Poncharal è stato chiaro: con Yamaha c’è reciprocità. Ci aiutano in tutto, anche se non economicamente.

SOLDI  – Uno che sembra conoscere bene i conti della serva, cioè dei budget, è Mike Trimby, che in un’intervista al giornale inglese BSN, ha ammesso: «Il team Tech 3 per esempio riceve € 2 milioni per essere presente in griglia. Il prezzo di una moto  in leasing è limitato a € 2,2 milioni, compresi tutti i ricambi di normale utilizzo, escluse le parti danneggiate a causa di cadute. E questo è il prezzo massimo: Honda e Yamaha non possono, per esempio, farsi pagare di più. KTM, se vuole, può caricare € 1 milione o € 1,2 milioni. Se una squadra prende quello che noi paghiamo, tra sovvenzioni e qualsiasi altra cosa si può raccogliere da sponsorizzazioni etc, l’operazione [livello di competitività uniforme] dovrebbe avere essere fattibile. Avremo 24 moto Factory. Ora, alcune di queste potrebbero essere modelli dello scorso anno, ma saranno tutte competitive.» Qui sta l’inghippo. Il nodo della faccenda sono i soldi: visto che le moto, per stessa ammissione di Guy Coulon, sono molto simili, allora la diferenza la fanno i contratti dei piloti, come sostiene anche Poncharal. Mike Trimby è un personaggio speciale di questo Circo; è dotato di una scaltrezza che gli ha permesso di attraversare indenne venticinque anni di politica sportiva del motomondiale. Una vecchia volpe che afferma che se vuoi che qualcosa cambi, in sostanza niente deve cambiare. Queste le sue parole: «Forse [le cose stanno così], perché le Case possono assumere i migliori piloti» dichiara il CEO di IRTA «e questo vale più di qualche cavallo sulla moto. Chiunque può permettersi di assumere Rossi o Marquez o Lorenzo avrà un vantaggio rispetto agli altri. Non è detto che vincerebbero se partissero dal fondo dello schieramento, ma sicuramente ti danno un vantaggio. Non so quanto saranno pagati, ma le fabbriche possono assoldare i migliori piloti, in modo che avranno sempre un vantaggio rispetto a quelli che non possono.»

ARCANO – A questo punto rimane un mistero non chiarito. Dorna si è vantata in più occasioni di essere riuscita a svincolarsi dagli sponsor “tabaccai” introducendo come partner, per esempio, le bibite energetiche. Una di queste è title sponsor del Monster YamahaTech3. Poncharal si lamenta della scarsità di mezzi che gli impedirebbe di proseguire con il suo pupillo, ma continuerebbe con uno sponsor gradito a Dorna. Con quali moto, visto che il manager francese sostiene che difficilmente Yamaha renderà disponibili 6 M1 se Rossi decidesse di scendere in pista – del circo, sia ben chiaro – nel 2019 come Team Owner ? L’ipotesi Junior Team non regge. Basta guardare ai risultati e ai nomi che sono transitati per la squadra transalpina per rendersi conto che difficilmente Tech3 accetterà piloti in erba su cui puntare. Zarco potrà essere considerata una scommessa vinta, ma nessuno lo definirebbe “Junior”. L’affaire Poncharal assomiglia piuttosto a una bega della politica sportiva, studiata per ottenere una rendita di posizione: parlo alla suocera, perché la nuora intenda. In questo gioco resta solo da capire a chi tocca fare il ruolo della nuora. Quello della suocera è già stato assegnato. (Corse di moto)

Redazione
© Riproduzione riservata
13/12/2017 17:34:09


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