Il 2024 dell'Archivio Storico Diocesano di Sansepolcro
E' stato aperto al pubblico per 95 giorni: 176 sono stati gli accessi, anche dall'estero
Al termine della pausa per le festività natalizie, l’Archivio Storico Diocesano di Sansepolcro riaprirà alla consultazione mercoledì 8 gennaio 2025, con il consueto orario: mercoledì e giovedì dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 17,30. L’apertura sarà resa possibile grazie alla collaborazione fra la Diocesi e l’Associazione “Vivere a Borgo Sansepolcro” – Pro Loco, che mette a disposizione diciotto volontari.
Nel corso del 2024 l’Archivio è stato aperto al pubblico 95 giorni, per un totale di circa 522 ore; il totale degli accessi è stato di 176, per una media di 1,8 utenti a giornata (la punta massima di 8 utenti è stata registrata nei giorni 8 e 29 febbraio e 7 marzo). Gli utenti registrati provengono in gran parte da Sansepolcro (74 accessi), Badia Tedalda (12), Firenze e San Giustino (11), ma anche da altri comuni dell’Alta Valle del Tevere (Anghiari, Città di Castello, Umbertide, Pieve Santo Stefano, Sestino) o della provincia (Arezzo, Chiusi della Verna, Subbiano). Sul totale, 123 accessi sono stati registrati dalla Toscana, 22 dall’Emilia-Romagna, 18 dall’Umbria e altri da piemonte, Lombardia, Marche e Veneto; 5 accessi sono stati registrati dall’estero, rispettivamente da Irlanda (2), Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti d’America. L’elenco offre l’idea dell’ampio raggio di attrazione dell’Archivio, la cui documentazione copre un arco cronologico di circa mille anni (1022-2016) e un territorio assai vasto, a cavallo dell’Appennino Tosco-Romagnolo.
Le domande di studio presentate nel 2024 sono state 32. L’ambito cronologico più investigato è stato l’età contemporanea, seguito dalla moderna, dal medioevo e dall’Umanesimo/Rinascimento; 13 ricerche hanno interessato la storia locale, 10 la genealogia, 7 la storia della Chiesa, 3 la storia dell’arte e quella dell’architettura. Ben 16 domande di studio ha avuto come finalità lo studio personale, a dimostrazione di come l’Archivio abbia accolto prevalentemente un’utenza non specialistica, ma composta prevalentemente da appassionati dilettanti; 5 ricerche sono state condotte in vista della pubblicazione e altre 6 con finalità scientifiche.
Sono state accolte 6 visite didattiche, per un coinvolgimento di una scuola primaria (Maestre Pie di Sansepolcro), una scuola superiore (Liceo Città di Piero di Sansepolcro) e una scuola di formazione professionale internazionale (Centro Internazionale di Arti Calligrafiche di Arezzo), per un totale di 8 classi, 9 docenti e 129 alunni.
L’Archivio Storico Diocesano di Sansepolcro è stato aperto al pubblico nel 1960, ma la registrazione giornaliera degli accessi ha avuto inizio il 10 luglio 1995: da allora la sala studio è stata frequentata da ben 4.231 utenti, per una media di 141 accessi all’anno. Le domande di studio accolte dal 1977 a oggi sono state 678, per una media di 14 all’anno. Alcune di queste ricerche sono poi state presentate in pubblicazioni di livello nazionale o internazionale, contribuendo così a incrementare le conoscenze sulla storia di Sansepolcro e del territorio diocesano.
Tipicità dell’Archivio Storico Diocesano di Sansepolcro è quella di essere un archivio di concentramento dove, già dalla fine del XVIII secolo, si conservano anche gli archivi delle antiche giurisdizioni nullius di Bagno di Romagna, Galeata e Sestino. A motivo di ciò, e del fatto che buona parte della documentazione dell’antica abbazia di Sansepolcro è rimasta in loco, l’archivio conserva anche documenti prodotti prima della creazione della diocesi. La documentazione raccolta ammonta attualmente a 2.328 buste e registri (1012-2016) e 425 pergamene sciolte (1022-1987), per uno sviluppo di 324 metri lineari.
Il 16 ottobre 2019 la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana lo ha dichiarato archivio di interesse storico particolarmente importante ai sensi del D. Lgs. 42/2004, annoverandolo così fra i beni culturali di interesse nazionale. Nel 2024 è stato censito anche all’interno dell’anagrafe degli istituti culturali della Conferenza Episcopale Italiana.
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