L’anidride carbonica in atmosfera non sarà più un problema, scoperto come trasformarla in etanolo
Così sarà possibile diminuire anche la dipendenza dai combustibili fossili
Un team di ricerca internazionale, che vede in prima linea l’università Statale di Milano e quella di Toronto, potrebbe aver trovato la soluzione al problema dell’anidride carbonica da scarto, prodotta dal settore dell’autotrasporto e in altre attività industriali. Il gas, la cui concentrazione in atmosfera supera del 40 per cento il livello registrato agli inizi dell’era industriale, è responsabile del 63 per cento del riscaldamento globale di origine antropica. Il problema, fino a questo momento considerato quasi insormontabile, potrebbe trovare soluzione grazie allo studio “High carbon efficiency in CO-to-alcohol electroreduction using a CO reservoir”, pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Cell - Joule.
Liberi dai combustibili fossili
L’equipe internazionale, che ha visto la partecipazione anche di scienziati della Northwestern University di Chicago e dell’Istituto di scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta” (Cnr-Scitec), ha trovato il modo di trasformare la Co2 in etanolo. Questo, hanno evidenziato i ricercatori, risulta essere un prodotto commerciale ad alto valore aggiunto e basso impatto ambientale, da impiegare come combustibile o anche come solvente. La trasformazione è stata possibile grazie a processi elettrocatalitici.
Come funziona la trasformazione della CO2
“Il riciclo e la valorizzazione dell’anidride carbonica – ha spiegato il coordinatore del progetto, Ivan Grigioni, ricercatore Dipartimento di chimica dell’università degli Studi di Milano - avviene convertendo prima la CO2 a monossido di carbonio (CO), e poi mettendo in contatto CO, acqua, elettricità rinnovabile e un materiale catalitico che facilita l’integrazione di questi ingredienti. Gli scienziati hanno sviluppato materiali progettati con precisione nanometrica che permettono di utilizzare CO2 e CO convertendole selettivamente in etanolo, che è un combustibile liquido facile da trasportare e con svariate applicazioni su larga scala come solvente o nella produzione di etilene (la materia prima più largamente utilizzata). Il processo avviene ad alta efficienza energetica compatibile con applicazioni industriali”.
Ma ci sono ancora dei problemi
La nuova tecnica sarà fondamentale anche per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. “Questo approccio – conclude Grigioni - contribuisce a diminuire la nostra dipendenza dai combustibili fossili e ha la potenzialità di essere trasferita nella realtà industriale. Tuttavia, occorrono materiali efficienti e selettivi per rendere il processo economicamente vantaggioso”.
Commenta per primo.