Problemi per un 60enne dopo un intervento al pene eseguito presso il San Donato di Arezzo

Un caso molto simile a quello della Valtiberina che finisce in Tribunale
Un sessantenne è al centro di un nuovo caso di presunto danno sanitario e la Asl finisce in Tribunale. L’uomo lamenta gravi conseguenze dopo essersi sottoposto ad un intervento chirurgico al pene: dolore e perdita della capacità erettile dell'organo sessuale. Nel corso del 2022 è stato operato per risolvere una disfunzione al pene. Un problema che gli era stato diagnosticato a inizio anno (eccesso di pelle del prepuzio) risolvibile con circoncisione in anestesia locale in day hospital, all'ospedale San Donato di Arezzo. Intervento poi avvenuto nel mese di febbraio. Ma in seguito al quale il paziente ha accusato sofferenza e lamentato danni tali che ritiene di essere uscito dall'intervento con un peggioramento dello stato di salute e pesanti contraccolpi psicologici per le difficoltà nei rapporti intimi di coppia. Così, attraverso una perizia di parte condotta da un medico legale, il paziente ha denunciato di aver subito una asportazione troppo vasta rispetto a quanto era necessario. La riduzione epiteliale sarebbe stata eccessiva, di dimensioni ritenute "ingenti", e questo in conseguenza di azioni operatorie "inopportune" e "inappropriate". Con il risultato di aver riportato ripercussioni negative sia dal lato fisico che psichico. La vicenda è molto simile a quella approdata al tribunale di Arezzo relativa ad un paziente della Valtiberina al quale è stata amputata (glandulectomia) una porzione di pene ritenendo che vi fosse un tumore, mentre era sifilide.
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